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mercoledì 5 settembre 2012

MOSTRI di Josè Gill (Besa editrice)



Qual è la relazione tra “mostruosità” e “normalità” nel secolo di Kafka e della genetica e qual era ai tempi dei bestiari fantastici? Quali i confini tra umano e inumano o tra fisico e mentale nell’era della psicoanalisi e in quella della teologia? Un’indagine erudita e brillante che esamina la posizione e il peso avuti dal mostro – inteso sia come individuo nato deforme, sia come esemplare di una “razza diversa” – nel pensiero occidentale. Dalle questioni di ermeneutica biblica alla svolta cartesiana, gli uomini – dice Gil – hanno avuto bisogno dei mostri per diventare umani. Controversa costruzione di un’identità, testimoniata anche dai racconti di viaggiatori reali e immaginari che, dai confini della Terra, descrivevano uomini con un solo piede, Grifi, Antipodi, o magari gli Indios del Brasile, sulla cui umanità o bestialità ancora ci si interrogava. A dimostrazione, forse, che ogni teratologia, come ogni teologia, è un’antropologia, un’incessante ricerca dell’“Altro”.



José Gil è docente di filosofia presso la Universidade Nova di Lisbona. Autore di numerosi saggi sui rapporti cultura-potere-corpo, ha esteso il suo ambito di ricerca allo spettacolo (in particolare alla danza), fino a toccare le dinamiche testuali in poesia (soprattutto in Fernando Pessoa) e le strategie discorsive dei regimi dittatoriali (specie del Portogallo di Salazar). Tra i suoi titoli: Metamorfosi del corpo (Lisbona 1981), Un’Antropologia delle forze (Einaudi, Torino 1983), Differenza e negazione nella poesia di Fernando Pessoa (Lisbona 1999).

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