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martedì 11 settembre 2012

Miti d'oggi di Marino Niola (Bompiani). Intervento di Nunzio Festa



Prima di tutto non invecchiare. Ma, comunque, poi, non dimenticare i compleanni; o te ne ricorderà fb (facebook, per chi non l'avesse capito): altrimenti non sei trendy: e soprattutto vorrà dire che dimostri di non aver scoperto i miti della società successiva a Barthes. L'antropologo Marino Niola, quasi aggiornando - appunto - la lezione di Roland Barthes, ragiona sui mitoidi dei nostri tempi. Spiegando, nello specifico, cosa sono e che rappresentano: blog, card, classifiche, compleanni, corpo, doni, ferragosto, giovinezza, allhoween, happy hour, ilife, la fine del mondo, l'etico, lotterie, low-last, madre teresa, magrezza, mostri, natale, natura, nuvole digitali, outlet, pop star, potere e seduzione, rifarsi, rottamazzioni, slow food, spa, stranieri, suv, tattoo you, tecnoleggende, twitter generation, vegetariani. "Simboli che danno corpo a sogni e incubi, passioni e ossessioni del presente. Ologrammi della mutazione antropologica di cui siamo attori e spettatori, questi oggetti-concetti hanno gli stessi caratteri del nostro tempo. Leggerezza, virtualità, precarietà. A differenza dei miti antichi, che erano grandi narrazioni fatte perdurare, quelli contemporanei sono frammenti d'immaginario a tempo determinato. Sono mitoidi, schegge luminose che si staccano da una realtà che cambia alla velocità della luce e come asteroidi infiammano l'etere con la loro luce effimera". E la descrizione delle "nuove icone della vita quotidiana" nessuno è in grando di mostrarla. Lo scorrevole, fluido e illuminato discorso di Niola, e si pensi che si tratta d'una raccolta di scritti, rende gradevole l'analisi di contenuti che sappiamo supportati dalle nostre stesse esistenze, dai nostri comportamenti e da quallo che l'uomo combina. Per avere un'idea più precisa, si prendano le righe che ci dicono d'Hallowee: oltre la certezza oramai appurata del carattere d'oggetto e abitudine d'importazione logata Usa. In quanto, insomma, il saggista ci racconta in che maniera adesso e sempre di più bisogna leggere il passeggio di zucchine e bare non solamente in qualità di materia da villaggio globale solo sorella della coca cola. Perché, alla fine, invece, dobbiamo chiederci che cosa pensiamo nel 2012 della morte. Che rapporto abbiamo con la morte? Ma, ancora, con la paura in genere? Volendo continuare a sfogliare l'agile libretto. Pure con la convinzione che specie nelle riflessioni su velocità e lentezza, si sofferma l'autore. Nonostante, alla fine, Marino Niola non l'abbia voluto affatto, inoltre, i dubbi nostri sulla missionaria albanese Madre Teresa non possono che aumentare.


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