Val McDermid, una delle più acclamate scrittrici di crime del mondo,
accompagna il lettore nel nero inferno di un’intelligenza criminale che non dà
tregua, impeccabile e spietata come solo il puro genio, a volte, sa essere.
Bradfield, una cittadina a ovest
di Londra. Finora, gli unici serial killer che lo psicologo Tony Hill abbia mai
incontrato sono al sicuro dietro le sbarre di una cella. Ma stavolta è diverso:
il colpevole è libero, e per torturare e uccidere le sue vittime ha tratto
ispirazione da una visita al Museo della Tortura di San Gimignano...
Il terrore s’impadronisce della
città: sembra non esserci alcuna correlazione tra gli omicidi, tanto che è
impossibile tracciare un profilo del killer, quasi che le vittime vengano
scelte a caso. Nessuno si sente al sicuro, mentre la polizia si perde tra mille
false piste e sulla stampa iniziano ad apparire strani, inquietanti messaggi
scritti forse dall’assassino stesso, intelligente, coltissimo, invisibile. Un
assassino che vede nell’omicidio il compiersi di un destino, e il cui scopo è
uccidere come se fosse un’esperienza artistica, dalla coreografia impeccabile,
visto che ogni dettaglio è di vitale importanza quando la missione che si deve
portare a termine è ‘perfezionare nella morte’.
Val McDermid, la grande ‘signora del crime’ della letteratura
britannica, è nata il 4 giugno 1955
a Kirkcaldy, in Scozia, da una famiglia operaia. Ha
scritto tre serie di romanzi polizieschi, quella di Lindsay Gordon, quella di
Kate Brannigan e quella di Tony Hill, di cui Il canto delle sirene, Vincitore del Gold Dagger Award for Best
Crime Novel of the Year, costituisce il
primo libro e dalla quale, tra il 2002 e il 2008, è stata tratta una fortunata
serie televisiva. Autrice pluripremiata, tradotta in 25 Paesi, Val McDermid è
stata insignita nel 2010 del Cartier Diamond Dagger alla carriera. Omosessuale
militante, ha avuto un figlio dalla compagna grazie all’inseminazione
artificiale. Vive a Manchester con tre gatti.
«Quando ho visitato Il Museo
della Tortura di San Gimignano, a darmi i brividi non è stato tanto il dolore
atroce che quegli strumenti potevano infliggere, quanto la loro perfezione. Mi
sono chiesta quanto tempo fosse stato necessario per renderli così belli.» Val McDermid
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