Sophy la
Grande narra le avventure di un’eccentrica ventenne, che,
affidata per alcuni mesi alla zia, darà una svolta non solo alla propria vita
ma anche a quella dei suoi cugini. Simile a Emma della Austen, solo un poco
meno ingenua, Sophy ama ficcare il naso nelle vite altrui, non certo per
curiosità, bensì “perché ci sono talmente tanti guai che qualcuno dovrà pur
risolverli…”. E a Ombersley Park i problemi sono molti: la giovane Cecilia che
rifiuta di sposare l’innamorato lord Charlbury perché invaghitasi di un
poetuncolo, il giovane Hubert in difficoltà a causa dei debiti di gioco… Il
tutto ricade sulle spalle di Charles, il figlio maggiore – fidanzato con
l’insopportabile signorina Wraxton – che oberato dalle gravi responsabilità
reagisce stizzito alle intromissioni della stravagante quanto affascinante
cugina.
Ambientato, come la gran parte dell’opera di Heyer, nel
periodo della Reggenza (1811-1820), contraddistinto da una certa rilassatezza
di costumi dell’aristocrazia e contrapposto perciò alla stretta morale
vittoriana che ancora imperava nell’Inghilterra degli anni cinquanta, Sophy la Grande ci offre un
meraviglioso personaggio di donna intraprendente e responsabile.
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