La Giornata del Risparmio
Energetico 2011 (a cui hanno aderito anche numerosi enti pubblici e privati in
tutto il Salento), special edition per i 150 anni dall’unità d’Italia, è
trascorsa da qualche giorno oramai, e anche quest’anno hanno aderito
associazioni, scuole, aziende e case in tutt’Italia. Allo stadio attuale della
ricerca tecnologica è già possibile produrre energia con il sole, il vento, il
mare, la geotermia o con le biomasse. Forse, facendo appello all’inesauribile
ingegno italico potremmo veramente cominciare a misurarci con la green economy
adottando un sistema pulito per spegnere lo spreco e accendere un futuro
eco/sostenibile. Ma prima di proseguire su questo tipo di tematiche che ci
porterebbero lontano vorrei, come mio solito da qualche tempo a questa parte,
segnalare due interessanti pubblicazioni che parlano in diversi modi di futuro
sostenibile . Il primo libro è di Antonio Galdo, per i tipi di Einaudi, dal
titolo “Basta poco”, che spiega quali sono i piccoli “trucchi del mestiere” coi
quali nel nostro quotidiano possiamo incominciare a cambiare il nostro punto di
vista e atteggiamento nei confronti dell’eco-sistema nel quale viviamo e che
dobbiamo preservare. Ho memorizzato questo passaggio del lavoro di Galdo, che
trovo particolarmente stimolante: “Lo spreco è stato il motore truccato di un
capitalismo senza anima. Ma la grande crisi ci costringe a cambiare. Che fare?
Basta poco per una nuova vita, ma può valere molto.” In questo caso, il
riferimento all’anima non può non far ritornare alla mente Bergson e il suo
“supplemento d’anima”, quello necessario a dominare le forze irrefrenabili
dell’intelligenza umana e di cui forse avremmo maggiore bisogno per tentare di
rimediare ai guasti prodotti da un’idea di sviluppo, non si sa se più
irresponsabile o più inconsapevole. Seconda pubblicazione eco/compatibile è per
la casa editrice di Tricase (Youcanprint) che ha dato alle stampe il volume
L’Utopia verde di Giuseppe Gagliano. L’obiettivo del volume, agile nei
contenuti e nello stile, è da rintracciare nella disamina delle principali
scuole di pensiero strategico nell’ambito dell’attuale fenomeno “ecoterrorista”
prendendo in considerazione, con rigore scientifico, i risultati delle analisi
delle agenzie di intelligence europee e americane. Forse un troppo
“complottistico”, ma vale la pena leggerlo. In effetti, il pericolo che gruppi
organizzati di integralisti, islamici o no, entrino in possesso di sostanze
proibite dotate di un potere distruttivo che vagamente riusciamo ad immaginare,
è estremamente reale, moltiplicato dalla dissoluzione di tirannie o dei
cosiddetti “stati canaglia” – elenchi che sostanzialmente coincidono - mette a
disposizione dei terroristi, ma anche di sette di varia ispirazione (come
accaduto qualche anno fa nella metropolitana di Tokio, invasa dal Sarin) enormi
quantitativi di sostanze tossiche, radioattive o batteriologiche che prima o
poi potrebbero essere impiegate con effetti devastanti nelle nostre città.
Contrastare questo fenomeno è sicuramente uno degli obiettivi che dei servizi
di “intelligence” dei Paesi avanzati e richiede un vigilanza attenta e il
coordinamento dei diversi apparati di sicurezza. Certamente meno pericoloso, ma
comunque assai deleterio sotto molti punti di vista, come ho avuto modo in
altre occasioni di sottolineare, l’uso terroristico dell’informazione
ambientale con il fine non di contribuire a salvare vite umane da pericoli
ahimé palpabili e reali, ma solo allo scopo di trarne vantaggi di tipo
economico e non solo.
Vander Tumiatti , esperto Unep e
fondatore di Sea Marconi Technologies. Intervento apparso sul quotidiano Paese
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