“Da Milano a prendere una boccata
d’aria si viene qui, magari nel bel dehors sotto le fresche frasche, nella
sperdutissima campagna a due passi da casa, lomellina incipit, magari risaie e
zanzare da due etti. Bellissima l’ambientazione della Locanda del Gallo,
insegne di ferro incluse, di tradizione lunga e gloriosa. Qui si viene ormai
d’avviso, per il pollo al mattone. Il locale è davvero bello, e – purtroppo
dirà qualcuno – molto cool. La
Milano da bere arriva anche qui, con cortei di grossi veicoli
automobili tedeschi. Ma allo scriba importa la cortese sollecitudine con cui
non ostante l’ora tarda sarà accompagnato al tavolo solingo, seppur tanto, tanto
propinquo al vicino. Superlativa la cantina, tra le migliori avvistate per
profondità ed ampiezza, e per ricchezza di formati: una spettacolare pagina
intera di doppi magnum, di referenze credute estinte o mai esistite, a prezzi
importanti ma ancora umani. E il resto, senza aggravii che ne riducano di una
amen il valore e l’appassionata ricerca. E infine, se vorrai un calice, ti sarà
presentata una bella scelta di bottiglie alla mescita con ventaglio dal
Curtefranca di facile beva all’impegnativo Amarone.
Avrai dunque il tempo di
consultare la carta delle pietanze, d’impronta locandiera ormai solo nella
antica genesi: tra gli antipasti scelte di formaggi di ricercato affinamento e
salumi preziosi, con omaggi al Joselito. Assaggerai uno sformatino di melanzane
e di pomodori, oppure affonderai nei primi d’osservanza. Ma qui, si diceva, si
viene per il Pollo alla Diavola (min. 25 min) e quello avrai: mezzo volatile
sacrificato tra due quadrelli: cotto a puntino, croccante, fragrante nella sua
pelle. E come ognun sa, solo la pelle arrostita di un pollo ne rappresenta
l’indubitabile certificato di qualità. E qui la materia prima è a livelli
stellari, anche se la preparazione non è un’avanguardia né un esempio di
ricerca culinaria e in qualche cantuccio s’affaccia la routine.
Assaggerai la desserteria la
prossima volta. Una cena vera l’avrai per 40/50€, a seconda degli appetiti.”
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