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mercoledì 15 febbraio 2012

L’UOMO CHE CREDEVA DI ESSERE MORTO DI VILAYANUR S. RAMACHANDRAN (MONDADORI)


L'uomo che Credeva di
Essere Morto


Perché alcune persone ci attraggono sessualmente? Perché ci affascina una certa melodia, un quadro o un tramonto? Come è nato il linguaggio? Come fa il cervello a dare origine alla coscienza? Ognuno di noi, almeno una volta, si sarà posto qualcuna di queste domande, accontentandosi magari di risposte improvvisate, oppure rassegnandosi a ritenerle insolubili. Il famoso neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran le considera invece stimolanti per approfondire ulteriormente, con il suo inconfondibile stile intuitivo "alla Sherlock Holmes", lo studio di quell'affascinante enigma che sono ancor oggi le connessioni tra corpo, mente e cervello. Il metodo da lui adottato non si basa infatti su astruse categorie filosofiche, ma sull'osservazione concreta di pazienti che, a causa di difetti genetici o di lesioni cerebrali, presentano sintomi stravaganti e in apparenza inspiegabili: tra i casi più singolari, quelli di chi, pur avendo subito l'amputazione di un arto, continua ad avvertirne vividamente l'anomala presenza, di chi "vede" le note musicali o sente il sapore degli oggetti che tocca, fino all'uomo che viveva credendo di essere morto. Riuscire a decifrare fenomeni così bizzarri - sostiene l'autore - vuol dire scoprire sempre qualcosa di nuovo sul funzionamento del cervello umano, una strepitosa macchina che non finirà mai di stupire non solo per le sue "dotazioni" iniziali, ma soprattutto per la straordinaria evoluzione dei neuroni nell'incredibile viaggio che ha portato dai primati a Einstein

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