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martedì 7 febbraio 2012

Lecce, “ambiente aperto”, nel lavoro di Franco Ungaro. Intervento di Vander Tumiatti* sul libro edito da Besa "Lecce Sbarocca"


Bel libro quello di Franco Ungaro dal titolo “Lecce Sbarocca” edito dalla Besa editrice. Un’opera sui generis, perché perennemente in bilico tra la prosa romanzata, il percorso autobiografico, il taglio di cronaca cittadina, la satira politica e il sardonico riso rivolto alla scena culturale di un territorio come quello salentino che di spunti, in parecchi ambiti, ne offre quotidianamente. E mi è piaciuto perché l’autore è uno che non si risparmia, si dona, ma soprattutto trasforma la sua lingua in spada, l’affina trasformandola in una vera e propria macchina di sperimentalismi che crea un bellissimo metissage di Caos e Ordine. Di tensione morale ne troviamo tanta, di senso estetico in abbondanza, di ferma convinzione che la Bellezza salverà il mondo oltre ogni più rosea aspettativa.
Ma la sostanza in tutto questo libro che ho letto e apprezzato profondamente è che Franco Ungaro ama il Salento, e desidera raccontarne “le donne, l’arme e gli amori” tentando di offrire uno spaccato senza veli di quello che il capoluogo salentino offre sul piano teatrale, artistico, e politico, cercando di far aprire gli occhi ai lettori su un momento storico particolare in cui il Sud intero non ne esce proprio dignitosamente. Ha uno spazio diffuso nel libro la città di Lecce, o meglio, la cosiddetta “leccesità”, con la dura critica alla sua mentalità “micromegalomane”. L’autore segue, più che i dettami etici di un Pasolini, l’impeto e l’assalto di un Carmelo Bene, più volte menzionato, che lo portano in verità a trovare nuovi argomenti per condurre una battaglia più ampia per un Sud che deve cresce, vuoi nelle infrastrutture, vuoi nella forma mentis. Ho trovato splendido, come penso anche molti lettori, quel brano della postfazione di Goffredo Fofi che dice: “Ogni regione, ogni capoluogo e quasi ogni paese ha in Italia e forse in tutta Europa il suo cantore, il suo storico, il suo linguista, il suo poeta dialettale, i suoi innamorati. Ma gli innamorati non sono tutti eguali, ci sono gli innamorati entusiasti e ci sono anche gli innamorati delusi, e gli innamorati non della città ma della possibilità di conquistarla, di imporvisi. Lecce non è da meno, ieri come oggi. Le librerie di Lecce hanno necessariamente la loro vetrina e il loro scaffale dedicati all’editoria locale. Ci sono le guide turistiche, i libri di cucina e di folklore, i libri di storia, i dischi di pizzica, i romanzi di autori del luogo o sul luogo, i poeti vernacolari, le memorie paesane, le cartoline firmate e talora dei ninnoli, l’artigianato locale, le statuine di cartapesta, e magari le buste di taralli e di biscotti…Tra questi libri troverà senz’altro posto questo di Franco Ungaro, che è alla confluenza di più generi, ma che appartiene alla schiera delle dichiarazioni d’amore esigenti. E se un innamorato o innamorata non sa vedere e considerare i difetti dell’amata o dell’amato insieme ai suoi pregi, e se non amerebbe veder sparire i difetti e trionfare i pregi, che razza d’amore è mai il suo? Un amore stupido, un amore melenso, un amore ipocrita. Franco Ungaro è un innamorato esigente e sa vedere di Lecce il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Sa vedere e sa giudicare”. E forse anch’io, come Ungaro, sono un innamorato esigente del Salento, perché accanto a quanto di bello mi ha comunicato questo territorio, con la sua Lecce, la sua cultura, la sua arte e le sue tradizioni, come un amante deluso avverto dolorosamente il permanere di difficoltà a inquadrare nella giusta prospettiva le numerose problematiche inerenti alla progettualità economica e sociale, all’ambiente, alle energie alternative. Anche in questi ambiti che guardano al futuro prossimo, ma anche a quello più lontano, c’è ancora molto da lavorare! Una delle cose che mi è venuta in mente leggendo questo libro, complice anche la non comune capacità del suo autore di trasmettere la passione per una terra, è stato il desiderio di vedere, un giorno, una Lecce “sbarocca” ‘ambientale’, tema che oltretutto viene toccato da Ungaro quando affronta la deturpazione del territorio urbano e degli … innumerevoli pali, ma non voglio anticipare né togliere nulla alla lettura del libro.

*Fondatore di Sea Marconi Technologies, si occupa di interventi sull’ambiente e di recensioni di
libri legati a questioni ecologiche e ambientali.

(intervento apparso sul Blog de La Repubblica Bari)

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