La poesia di Stefano Pini nasce
scritta nella consapevolezza di un disincanto formale – della forma della vita
e della scrittura. Non si scompone ma spesso trema, fragile, in quanto ha
conosciuto la fatica dell’aver dovuto cercare le parole più giuste, quelle che
rimarranno, insostituibili negli anni. Sono parole che descrivono la
precarietà, lo spavento di esistere, piuttosto che la pienezza della vita; il
resto saranno variazioni, altri versi e libri da far girare intorno al non
sapere di sempre.
(dalla presentazione di S. Agli
eco)
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