L'unica difficoltà nel
programmare un viaggio in Norvegia è decidere l'itinerario. A meno di non
rimanerci per un paio di mesi, si sarà costretti a rinunciare a qualcosa. E
depennare dalla lista alcune attrattive provocherà senz'altro più di un
dispiacere. A cosa rinunciare? Alla capitale con i suoi musei e la sua vita
all'aperto? Agli interminabili bracci di mare che si insinuano tra la costa
occidentale regalando scorci spettacolari? A una passeggiata dietro la cascata?
Alle antiche abitazioni in legno tanto caratteristiche nelle città e nei
villaggi costieri? Ai sentieri che risalgono fiordi e raggiungono fattorie che
pagano fantastici panorami con l'isolamento dalla civiltà? Oppure ai tracciati
che attraversano i selvaggi parchi nazionali?... E non si vorrà mica perdere
un'escursione sul ghiacciaio?... Sicuramente le scogliere con i pulcinella di
mare non si possono mancare, così come la cattedrale di Nidaros... Senza una
foto sotto il meridiano del Circolo Polare Artico, poi, non sembra neppure di
essere stati in Norvegia. E quando ricapita la certezza di osservare i
capodogli?
Ah, le Lofoten... le tipiche
rorbu dei pescatori, la selvaggia costa oceanica, l'aria impregnata dell'odore
dello stoccafisso appeso ad essiccare, le vette appuntite delle montagne... E
poi Tromsø, la Parigi
del nord; la scoperta delle tradizioni sami; il confine russo. Rinunciare a
Capo Nord??? E già mi vedo sulla slitta trainata da 12 husky per avvistare
l'orso polare, tra distese infinite di bianco, a solo 1.000 km dal polo. Sì, è
davvero difficile programmare un viaggio in Norvegia. (Dalla prefazione di
Massimo Cufino)
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