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lunedì 2 gennaio 2012

“Cento per cento”: la vita si svolge su un grande ring. Intervento di Roberto Martalò























Incassare e attaccare, poi incassare ancora, aspettando il momento giusto, lo spiraglio per piazzare il colpo del KO e uscire dalla lotta da vincitore, a testa alta. Un incontro di boxe è una splendida metafora della vita; “Cento per cento” di Sacha Naspini è un omaggio a questa visione: la vita spesso ti mette alle corde e sei costretto a tenere alta la guardia e a evitare di prenderle per andare giù. Solo se sei uno vero, un cento per cento, sarai in grado di resistere e di uscire da trionfatore dalle sfide che ti si parano davanti.
Dino Carrisi a questa filosofia ci crede moltissimo: ex campione del mondo di pugilato, ha sempre concepito la propria esistenza come un lungo interminabile round, durante il quale l’importante è stato difendersi dai colpi brutali che il destino gli riservava per poi andare sempre al contrattacco. Dopo vent’anni trascorsi in galera per l’omicidio della moglie, ritiratosi nel silenzio della sua casa in montagna, il pugile italoamericano decide di raccontare la propria biografia in un’intervista-documentario concessa al giornalista televisivo Dean La Palma. Un racconto che parte dalle origini da pugile negli incontri clandestini, con continui colpi di scena che stenderanno tutti. Soprattutto, un racconto segnato da una sola, grande convinzione: “Sono nato pugile, con la testa da pugile, il modo di camminare da pugile e tutto il resto. Al cento per cento. Non al settanta o al novantanove. Al cento per cento, signori miei”.
Sacha Naspini scrive un piccolo romanzo veramente appassionante, dal ritmo incalzante. Un libro che ti sorprende fino all’ultimo e che ha il merito di non essere mai banale, pur appartenendo formalmente a un genere già sperimentato tanto nella letteratura quanto nel cinema. Efficace l’idea di utilizzare uno stile da documentario, con l’intervista che ha molto il sapore della verità. Il lettore, infatti, inizialmente aspetta di capire se quella di Carrisi sia una storia vera (ci sono sicuramente dei richiami a figure leggendarie della boxe, Monzon tra gli altri) o pura finzione, rimane sospeso tra l’autenticità e la verosimiglianza. È proprio questo che lo spinge ad andare avanti, a continuare a leggere.
Un’ultima considerazione sulla narrazione: anche questa rispecchia la catena ritmica dell’incassare e aspettare. Naspini sa quando assestare il colpo vincente e quello finale è veramente da KO.

Cento per cento di Sacha Naspini
Perdisapop editore, 107 pag, 9 €

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