Gianfranco Cosma, l'amico e l'editore, ci lascia esattamente a un anno da quando abbiamo avviato un percorso comune di lavoro e di impegno. Insieme a lui infatti l'Associazione pugliese editori, di cui è stato socio fondatore e membro del direttivo, ha condiviso le sfide per le quali era pronto a cimentarsi: valorizzare le risorse intellettuali del Mezzogiorno, riportare in casa i grandi dibattiti e nomi internazionali, produrre libri dalla grafica e dall'editing impeccabili, perseguire l'eccellenza di una editoria che, senza rivendicare ipocrite primazie, arricchiva in primo luogo il territorio. Intellettuale e compagno di libri lo è stato con grande dignità sin dagli anni in cui era naturalmente approdato all'editoria insegnando a molti giovani la prima e più difficile arte di un editore: saper porgere e vendere un libro, credendo con forza a un mestiere sociale. A quei tempi, le sue attenzioni erano tutte rivolte all'Einaudi, al catalogo di un grande editore alla cui scuola ha formato e maturato la sua naturale disposizione. Nell'ultima parte della sua vita, dal 1989, aveva fondato la sua amata Palomar, raccogliendo intorno a sé un gruppo di intellettuali. Tra i mille e passa titoli - la cui eccellenza si può testare anche solo sfogliando le pagine dedicate alla sua casa nel catalogo generale dell'Ape appena pubblicato - ha mescolato diversi filoni: i fermenti nuovi della società, non solo meridionale, la saggistica d'intervento, la rivisitazione di classici della letteratura mondiale.
Con un occhio sempre rivolto al suo gioiello, la Palomar, si era tuffato nei momenti costitutivi dell'Ape rimarcando in particolare la necessità di puntellare la fioritura della nostra editoria con la costruzione di un quadro di interventi normativi, al pari di quelli di cui godono altri comparti culturali. Ce la faremo, Gianfranco.
L' Associazione pugliese editori
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