La metà dei componenti del
Parlamento italiano è iscritta a un ordine professionale. Un gruppo
trasversale: il partito dei professionisti. Stiamo parlando di più di due
milioni di persone in Italia, divise in 28 categorie: avvocati, medici, notai,
ingegneri, giornalisti, farmacisti... Hanno enti previdenziali propri, un
patrimonio di circa 50 miliardi di euro investiti in beni immobili e titoli
finanziari. Quello degli ordini professionali è un mondo chiuso e ancora tutto
da raccontare. Una macchina del privilegio, con meccanismi e regole scritte e
non scritte. Questo libro lo racconta, attraversando inchieste e scandali,
modalità di accesso non sempre trasparenti e sanzioni disciplinari che arrivano
con incredibile ritardo. Nati con l’alibi di difendere il
cittadino-consumatore, gli ordini professionali proteggono solo se stessi,
tramandandosi il potere in maniera quasi ereditaria (il 44 per cento degli
architetti è figlio di architetti, il 41 per cento dei farmacisti è erede di
farmacisti, il 37 per cento dei medici è figlio di un medico). Ogni tentativo
di riforma è bloccato (così Fabrizio Cicchitto, Pdl, definisce la tentata
riforma Bersani del 2006: “Un esempio estremista di vendetta sociale”).
All’interno delle stesse professioni c’è chi prova a opporsi (l’Anarchit –
Associazione nazionale architetti italiani, Altrapsicologia, il Movimento
nazionale liberi farmacisti...): invocano l’eliminazione degli albi e un
radicale cambiamento che metta in prima fila libertà e merito, abbattendo ogni
privilegio. La loro battaglia è la battaglia di tutti i cittadini italiani.
STORIA RECENTE DEGLI ORDINI:
- quest'estate, sia nella prima
manovra di luglio sia nella seconda di agosto, Tremonti ha cercato più volte di
liberalizzare le professioni: prima con bozze drastiche (di fatto
l'eliminazione di gran parte degli ordini) poi con testi più soft. Non sono
passati, anzi, alla fine, grazie al pressing delle lobby degli albi, il testo
finale contiene una parziale riforma che introduce pochi elementi di novità,
molte cose già esistenti, e comunque che necessitano di future e improbabili
altre leggi. Insomma, l'attacco di tremonti è fallito mentre gli ordini si sono
detti soddisfatti.
- perché Tremonti in estate
avesse preso di mira gli ordini si è capito dopo, con la venuta alla luce della
lettera della Bce al governo (datata 5 agosto, firmata da Draghi e Trichet): in
uno dei punti d'intervento sulle riforme da fare con urgenza si segnalava la
necessità di liberalizzare le professioni regolamentate.
- il 26 ottobre, nella lettera
d'intenti di Berlusconi consegnata a Bruxelles al Consiglio europeo, uno dei
sei punti è stato un nuovo intervento sulle liberalizzazione di professioni e
gli ordini.
- a inizio novembre, nella
proposta di maxiemendamento anticrisi alla legge di stabilità, si è tornati di
nuovo sulla liberalizzazione delle professioni (via barriere, via tariffe e sì
alle società di capitali per i professionisti, da realizzare entro un anno).
- alcune considerazioni sul
futuro, anche se è difficile dire: l'obiettivo è aumentare la concorrenza (più
soggetti possono fare più cose sui vari servizi professionali) e dunque
movimentare lavoro e crescita economica. secondo Catricalà, Presidente dell'Antitrust
(istituto che da decenni chiede la liberalizzazione degli ordini),
liberalizzare le professioni potrebbe portare a un aumento dell'1,5% del pil,
ovvero 18 miliardi di euro nei prossimi anni (l'ha detto il 13 ottobre)
- attenzione: Mario Monti,
Presidente del Consiglio, è stato negli anni novanta (quando era Commissario
alla Commissione europea) il più convinto sostenitore della liberalizzazione
degli ordini e l'argomento entrerebbe ancor più nel mirino; ieri nel discorso
programmatico in senato ha parlato letteralmente di "revisione della
disciplina degli ordini professionali".
AUTORE - Franco Stefanoni è
giornalista de “il Mondo”. Da anni si occupa di liberi professionisti e ordini
professionali, raccontandone fatti e misfatti. È autore di FINANZA IN CRAC
(Editori Riuniti, 2004), IL CODICE DEL POTERE (2007), IL FINANZIERE DI DIO. IL
CASO ROVERARO (2008), MAFIA A MILANO (con Mario Portanova, Giampiero Rossi,
nuova edizione 2011) tutti pubblicati da Melampo.
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