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venerdì 11 novembre 2011

“Sangue di nemico”: storia del Salento che cambia nel secondo dopoguerra di Roberto Martalò
























È il Salento del secondo dopoguerra a essere raccontato nel primo romanzo di Giacomo Toma, intitolato “Sangue di nemico”.
Nel comune di Monteroni, il dottor Luigi Truzzo decide di aprire una fabbrica di scarpe; l'evento, ovviamente, suscita nei cittadini sia curiosità sia aspettative di posti di lavoro. Ma il vento dell'innovazione porterà con sé anche risvolti negativi: gli artigiani avranno grosse difficoltà a competere con l'industria e molti saranno costretti a chiudere. Intanto anche il mondo dell'agricoltura è in agitazione, con i contadini che reclamano condizioni lavorative più umane e un pezzo di terra da coltivare; le proteste sfoceranno in quella che è stata definita la “rivolta dell'Arno” e che testimonia l'epoca di grande cambiamento sociale.
In questo contesto si inserisce la storia d'amore tra Alfredo, giovane calzolaio apprendista agli ordini del padre, e Maria, figlia di braccianti che aiuta la madre nella tenuta di Villa La Monaca per portare a casa da mangiare. Anche la loro relazione sarà influenzata dalle forti scosse sociali che in  quel periodo cominciavano ad affacciarsi sul territorio leccese.
Da sfondo della storia tra Alfredo e Maria, regolata da costumi e abitudini dell'epoca, il Salento irromperà con forza come protagonista dell'intero romanzo quando sarà la rivolta dell'Arno a diventare centrale nel romanzo o, ancora, quando narrerà i cambiamenti che cominciano ad avvenire veloci a Monteroni, comune che rappresenta simbolicamente tutti i paesi salentini dell'epoca: dall'avvento della grande industria a scapito delle botteghe di artigiani, alle trame politiche di Luigi Truzzo per diventare sindaco della città con il solo scopo di ottenere vantaggi personali.
L'autore descrive con cura le abitudini di vita dei monteronesi e caratterizza con scrupolo i singoli personaggi presenti nella storia: da don Antonio, austero con i fedeli e intrallazzato politicamente, al segretario comunale Diego Rizzo, assenteista quasi sempre per giocare a carte con i suoi compari, al dottor Mentini, ricco di famiglia ma incapace sia di gestire Villa La Monaca sia nell'esercitare la sua professione di medico, ecc.
Un romanzo che ha il pregio di rievocare uno dei momenti più importanti della storia salentina, la rivolta dell'Arno, già evocata dalla grande Rita Durante nella sua Quistione Meridionale, e che indica un momento di svolta importante per la nostra società: la presa di coscienza non solo dei propri diritti ma anche delle proprie identità da parte dei contadini.

Sangue di nemico di Giacomo Toma
Lupo Editore, 274 pag, 15 €

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