È il Salento del secondo dopoguerra a essere raccontato nel
primo romanzo di Giacomo Toma, intitolato “Sangue di nemico”.
Nel comune di Monteroni, il dottor Luigi Truzzo decide di
aprire una fabbrica di scarpe; l'evento, ovviamente, suscita nei cittadini sia
curiosità sia aspettative di posti di lavoro. Ma il vento dell'innovazione
porterà con sé anche risvolti negativi: gli artigiani avranno grosse difficoltà
a competere con l'industria e molti saranno costretti a chiudere. Intanto anche
il mondo dell'agricoltura è in agitazione, con i contadini che reclamano
condizioni lavorative più umane e un pezzo di terra da coltivare; le proteste
sfoceranno in quella che è stata definita la “rivolta dell'Arno” e che
testimonia l'epoca di grande cambiamento sociale.
In questo contesto si inserisce la storia d'amore tra
Alfredo, giovane calzolaio apprendista agli ordini del padre, e Maria, figlia
di braccianti che aiuta la madre nella tenuta di Villa La Monaca per portare a casa
da mangiare. Anche la loro relazione sarà influenzata dalle forti scosse
sociali che in quel periodo cominciavano
ad affacciarsi sul territorio leccese.
Da sfondo della storia tra Alfredo e Maria, regolata da
costumi e abitudini dell'epoca, il Salento irromperà con forza come
protagonista dell'intero romanzo quando sarà la rivolta dell'Arno a diventare
centrale nel romanzo o, ancora, quando narrerà i cambiamenti che cominciano ad
avvenire veloci a Monteroni, comune che rappresenta simbolicamente tutti i
paesi salentini dell'epoca: dall'avvento della grande industria a scapito delle
botteghe di artigiani, alle trame politiche di Luigi Truzzo per diventare
sindaco della città con il solo scopo di ottenere vantaggi personali.
L'autore descrive con cura le abitudini di vita dei
monteronesi e caratterizza con scrupolo i singoli personaggi presenti nella
storia: da don Antonio, austero con i fedeli e intrallazzato politicamente, al
segretario comunale Diego Rizzo, assenteista quasi sempre per giocare a carte
con i suoi compari, al dottor Mentini, ricco di famiglia ma incapace sia di
gestire Villa La Monaca
sia nell'esercitare la sua professione di medico, ecc.
Un romanzo che ha il pregio di rievocare uno dei momenti più
importanti della storia salentina, la rivolta dell'Arno, già evocata dalla
grande Rita Durante nella sua Quistione Meridionale, e che indica un momento di
svolta importante per la nostra società: la presa di coscienza non solo dei
propri diritti ma anche delle proprie identità da parte dei contadini.
Sangue di nemico di Giacomo Toma
Lupo
Editore, 274 pag, 15 €
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