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mercoledì 2 novembre 2011

NICHI VENDOLA


















“Sono nato a Bari il 26 Agosto 1958, in una famiglia cattolica e comunista. Penultimo di due fratelli e una sorella. A casa mia, a Terlizzi, c’erano due grandi ritratti, uno accanto all’altro: Yuri Gagarin e Giovanni XXIII; ai miei genitori venne spontaneo trasformare il nome del santo patrono di Bari, Nicola, in quello dell’allora capo dell’Urss Nikita Kruscev. Già all’asilo tutti mi chiamavano Nichi.
La politica, il comunismo, l’ho incontrato con mio padre e mio zio, quando avevo i calzoni corti, tra i braccianti e i vecchi compagni di Terlizzi. Da piccolo mi piaceva disegnare e scrivere, divoravo libri che prendevo in prestito in biblioteca, ma non accadeva lo stesso per la musica, che già allora adoravo, perché non avevo il giradischi. Ho frequentato il liceo scientifico e, pur amando lo studio, ho scoperto il lavoro da giovanissimo. D’estate facevo il cameriere e d’inverno vendevo libri. Durante l’università facevo il correttore di bozze per la casa editrice De Donato che, in cambio, non mi dava soldi ma libri. Quando, alla fine del liceo, sono riuscito a comprarmi le opere complete di Pavese e di Brecht mi sono sentito davvero ricco. Mi sono laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bari con una tesi su Pier Paolo Pasolini. Il mio ambiente è stata una culla cattolica. Il cattolicesimo è un pezzo di Mezzogiorno che in Puglia diventa cifra di identità popolare, con una forte connotazione comunitaria, con le forme della sua pietà sempre al limite tra sacro e profano. La religiosità come dono e abbandono e dunque conversione, la religiosità inquieta, grondante di domande, esigente, capace di smarrirsi continuamente mi verrà sollecitata nel corso degli anni ’80 da Don Tonino Bello. Nel 1972 mi sono iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti, di cui sono stato membro dal 1985 al 1988. Nel 1990 sono entrato a far parte del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano, per me una scuola di intelligenze, una palestra della passione temperata dalla cultura. Un luogo di personalità severe o stravaganti ma tutte convocate a una specie di Olimpo del dibattito culturale. Al suo scioglimento, a caldo, scrissi “Non capisco e non mi adeguo”. Sono tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista: il Prc è stato una mescolanza di passioni e di storie, un contenitore caotico, eppure necessario. L’unico punto di resistenza rispetto all’omologazione della sinistra storica sul terreno del pensiero unico del mercato. Con tanti e tante, sono stato fondatore dell’Arcigay Nazionale e promotore della Lila. L’omosessualità è un pezzo del mio scisma dalle “due chiese”, dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica. Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà e ha rappresentato lo spazio di autonomia dalle mie fedi, o insieme di verifica delle mie fedi. Pensate come cambiano le cose: ho scritto su “La città futura” di Adornato. Poi su Rinascita e per alcuni anni, su Liberazione, ho curato la rubrica “Il dito nell’occhio”. Ho scritto alcuni libri: Prima della battaglia, Soggetti smarriti, Il mondo capovolto, Lamento in morte di Carlo Giuliani, Ultimo mare. Ho recitato in un cd di musica jazz versi di Rocco Scotellaro e poi, di recente, una piccola parte in un film pugliese “Focaccia blues”. Ho partecipato a diverse missioni internazionali, dal Tagikistan alla Colombia, dalla Bosnia al Guatemala. Sono stato eletto alla Camera dei Deputati, per la prima volta, nel 1992 e rieletto nel 1994, nel 1996 e nel 2001. Nell’XI Legislatura ho fatto parte della Commissione Cultura, Scienze ed Istruzione. Nella XII Legislatura della Commissione Giustizia e sono stato nominato Segretario della Commissione Parlamentare Antimafia, di cui nella XIII Legislatura, divento Vicepresidente. Dal 2001 al 2005 ho fatto parte della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, oltre che della stessa Commissione Parlamentare Antimafia. Nel gennaio del 2005 ho vinto le primarie con cui si sceglieva il candidato del centrosinistra alle consultazioni regionali del 3 e 4 Aprile 2005, in cui poi stato eletto Presidente della Regione Puglia. Da allora ho un anello al pollice, regalatomi da un pescatore di Mola di Bari, era la fede di sua madre. Rappresenta per me una specie di matrimonio con il popolo. Oltre a presiedere la Giunta Regionale, ho la delega al Coordinamento della Politica Estera, ai Rapporti Istituzionali, agli Enti Locali e al Decentramento, agli Affari Legali, al Legislativo e alla Protezione Civile. A gennaio del 2009 ho lasciato il Partito della Rifondazione Comunista e con tante e tanti ho dato vita al Movimento per la Sinistra per ricostruire una sinistra curiosa del mondo che cambia, all’altezza delle sfide del tempo presente, capace di stare nella realtà, di conoscere i territori e i luoghi di lavoro. Il 24 gennaio 2010 ho vinto le primarie con cui i cittadini pugliesi hanno scelto il candidato per il centrosinistra alle elezioni regionali di marzo. Il 29 marzo 2010 sono stato rieletto Presidente della Regione Puglia. Dal 24 ottobre 2010 sono il Presidente di Sinistra Ecologia Libertà.
Ci sono sempre due vocazioni in me. Il Nichi Vendola ludico, anarchico, infantile, narcisista. E quello instancabile, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere le scommesse più paradossali della sua vita."


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