Ci sono, a Meridione come nel
Settentrione, inziative editoriali che fanno culminare o proseguono anni di
ricerca e studio. Quest'anno, per esempio, l'impegno militante dello storico
Centro di Documentazione di Pistoia ha permesso la nascita, dalla costola
editoriale del pensatoio, della collana “Antimoderati”, ambiente ideale e
pratico che fa vivere i “Quaderni dell'Italia Antimoderata”. Diretta da Attilio
Mangano e Antonio Schina, col coordinamento di Antonio Benci, l'attività dello
spazio libero è cominciata con la pubblicazione d'una monografia sullo
scrittore e traduttore maremmano Luciano Biancardi, a firma dello studioso
Giuseppe Muraca. Volume che ha preceduto la monografia sullo scrittore Giovanni
Pirelli, redatta da Bermani e curata dallo stesso Schina. Ed è in arrivo
l'”Ernesto Balducci” del Toscani. Muraca spiega, intanto, come la figura di
Bianciardi fu agganciata dalla tenaglie del capitalismo che lo scrittore
contestava. Tanto, tra l'altro, dopo la disfatta personale e il disincanto
quasi collettivo, che Luciano Bianciardi divenne alcolizzato. Nonostante i
momenti di successo anche avuti in vita. Un capitalismo che trasformò in merce
l'opera e appunta la figura stessa dell'autore anarchico che altro non aveva
fatto che tentato di scandalizzare, provocare, fino genuinamente a descrivere
un boom economico che era divenuto la condanna della società che lo svolgeva
come un compito esistenziale. Per fare un esempio, senza però fossilizzarci
sull'errore solito che chi non è stato in Basilicata commette, in una delle sue
missive più significative, il Bianciardi cita Matera (anche se, errore appunto
compiuto da diversi, ci vede una ferrovia che non esiste nella città dei Sassi)
e la Lucania
quale esempio di desolazione viva e senza ipocrisie, mentre Milano è appunto
morta ma s'atteggia a luogo pieno di vitalità. Muraca, con il suo lavoro,
spiega in che maniera Bianciardi riuscì a dare una testimonianza della
trasformazione totale che il miracolo economico portava alle persone. Giuseppe
Muraca ha inteso occuparsi di Luciano Bianciardi senza rinunciare a nulla di
Luciano Bianciardi. Perché lo scrittore antimoderato e anticonformista per
eccellenza che abbiamo avuto, in certi aspetti e tratti molto similmente a Pier
Paolo Pasolini, non nascondeva o modificava per conformismo e convenienze il
suo pensiero, ma ne accettava ogni conseguenza. “Questo primo volume è a suo
modo una occasione iniziale per una riflessione più generale sull'uso del
termine antimoderati nella nostra storia. Le origini del termine stesso vanno
fatte risalire a miei lavori precedenti (in particolare a L'altra Linea.
Fortini, Bosio, Montaldi, Panzieri e la nuova sinistra, Catanzaro, Pullano
1992, che fu proprio l'amico Giuseppe Muraca a voler fare pubblicare). Il
termine è stato mutuato da un testo che analizzava i contrasti tra Destra e
Sinistra storica all'indomani dell'unità d'Italia e individuava il peso
rilevante del trasformismo e del moderatismo sulla società italiana, fino ad
influenzare pezzi anche rilevanti della sinistra di allora”, agginge Mangano in
appendice al testo. Il lavoro “di riscoperta e valorizzazione di figure di
spicco del secondo dopoguerra (espulse o quasi dallao spazio intellettuale
italiano)”, che continua quindi con la monografia su Giovanni Pirelli. Un
ritratto che passa al vaglio l'intera esperienza di Giovanni, di rottura con la
sua dinastia. Scrittore e mecenate, Giovanni Pirelli fu socialista atipico e
non dogmatico, scrittore per 'adulti' e persino per 'l'infanzia'. Giovanni Pirelli
diede alle stampe libri osteggiati e piccoli capolavori. Prima di morire per
colpa d'un banale incidente stradale, Pirelli ebbe una lunga amicizia con
Raniero Panzieri. Che portò i due intellettuali a fare i famosi «Quaderni
rossi», ovvero quelle indimenticabili inchieste che sono da considerare la
massima espressione d'impegno letteraio d'un certo periodo. Di Pirelli si
legga, su tutte, “L'altro elemento”. Se riuscite a trovarlo. Antimoderati è
dunque il nuovo fiore all'occhiello che il centro di ricerca pistoiese,
specializzato nella rilettura degli anni Sessanta e Settanta tramite l'analisi
puntuale delle riviste e dei gruppi che vissero quei formidabili anni, può
vantarsi di proporre. Con Luciano Bianciardi, Giovanni Pirelli, Ernesto
Balducci. Persone che all'Italia, realmente, diedero moltissimo. Prima d'essere
messi nello scantinato della memoria. Fino a quando, magari, il mercato non
deciderà d'inventarsi una nuova merce da presentare al pubblico del consumismo
sempre e ancora più imperante.
Luciano Bianciardi. Uno scrittore
fuori dal coro, di Giuseppe Muraca (Centro di Documentazione Editrice Pistoia Pistoia)
Giovanni Pirelli. Un autentico
rivoluzionario, di Cesare Bermani a cura di Antonio Schina (Centro di
Documentazione Editrice Pistoia)
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