Le fiabe ungheresi hanno l’ardire
di affrontare in campo aperto questioni pedagogiche di alto profilo. Con una
lettura trasversale che coinvolge tutte le fiabe, si può affermare che il
progetto
educativo che portano avanti,
unitariamente, è quello per una società democratica che faccia del dialogo la
sua dimensione fondativa. Le fiabe ungheresi spingono verso un’educazione che
sia impegno a elaborare e coltivare una tensione infinita sia verso la realtà
esterna sia verso una realtà interna, verso se stessi alla continua ricerca di
significato. E lo fanno preparando alla vita i piccoli lettori attraverso mille
temi, svariati personaggi, infinite avventure, multiformi situazioni.
Francesco Spilotros (1968),
insegnante, sposato con tre figli, è laureato in lingue e letterature straniere
e in scienze della formazione primaria. Collabora con la cattedra di storia
della letteratura per l’infanzia dell’università di Bari. È socio fondatore
dell’associazione internazionale di lettura e letteratura per l’infanzia
L’Aquilone, nata a Bari nel 2007, e della omonima rivista specializzata di
letteratura giovanile (www.associazionelaquilone.info). Sul sito http://www.montessorimola.net/ gestisce
il blog “Didattica e dintorni”.
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