Raccontare il proprio territorio
è esercizio difficile. Il rischio è quello di cadere nella retorica degli
stereotipi (il più tipico è l’equazione Italia = spaghetti, pizza e mandolino);
peggio ancora, si può finire nel mare delle guide senza anima, tutte uguali. Se
il territorio da raccontare è poi la Sardegna, regione complessa e dai mille aspetti,
il discorso si complica. La
Sardegna, infatti, per molti è la costa Smeralda, i locali
frequentati dai VIP, la bella vita. Per altri, è una vacanza al mare, spiaggia
e cibo e niente più. Per altri ancora, è un luogo dalla cultura millenaria e
affascinante, lontana anni luce dalle prime pagine dei giornali di gossip.
Flavio Soriga si cimenta nell’impresa ardua di raccontare la sua amata terra
con un’idea affascinante: raccontarne aspetti lontani dalle ribalte tipiche dei
rotocalchi, “la Sardegna
che non visiterete mai”. Un libro per viaggiatori più che per turisti, un atto
d’amore per un popolo che, anche e soprattutto quando è lontano, si sente
orgoglioso di essere sardo. L’autore dà vita a un libro che si divide in due
parti: una premessa iniziale, articolata in 43 capitoli, dove il protagonista
del libro, uno scrittore-barista sardo trapiantato da anni a Roma ritorna a
casa un po’ per riprendersi da una delusione d’amore e un po’ per portare a
termine il suo nuovo progetto editoriale: parlare della “sua Sardegna”. Così,
dal continuo dialogo con sua cugina e dal cassetto dei ricordi, emergono alcuni
luoghi sconosciuti a chi non è del posto e che, però, nel racconto diventano
posti da non perdere per cogliere appieno la cultura di quella terra. L’ultima
parte è composta da sei capitoli che ripropongono articoli, introdotti nella
premessa, già scritti dall’autore o dalla madre di Soriga o da altri scrittori.
Con un tono che alterna malinconia a umorismo, Soriga riesce a catturare il
lettore, portandolo dentro le proprie storie e dentro quei luoghi fantastici,
da visitare. L’idea iniziale, soprattutto, è ottima e originale perché il
racconto, anche per le capacità dello scrittore, funziona benissimo. Questa è la parte che
certamente rende di più. Sarebbe stato bello, ma questo più che una critica è
un desiderio, che il racconto iniziale fosse stato portato a termine
dall’autore. Gli interventi già pubblicati, infatti, danno l’idea di un déjà
vu, e il libro perde un po’ di originalità. Ciononostante, va premiata l’opera
di Soriga perché ha saputo distinguersi nel mare delle guide con intelligenza e
creatività.
Nuraghe Beach di Flavio Soriga
Laterza, 196 pag, 10€
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