La città di Urbino, com’è noto, è al centro di un’intera
rete di figure ossessive nell’opera narrativa e poetica di Volponi. La forza
stilistica presente anche in questi brevi scritti, tre testi e un’appendice
epistolare, scioglie fin dall’esordio ogni dubbio: non si tratta di bozzetti
paesaggistici o idillici. La città vi appare annichilita, senza “idillio, né
rifugio, né quiete, né silenzio, né società”. La “Città ideale” è divenuta
inerte spoglia mortale, ai margini rispetto agli odierni flussi mercificanti:
questa vicenda allude a qualcosa di concreto e universale, che non riguarda la
sola Urbino.
Paolo Volponi nasce a Urbino il 6 febbraio 1924. Dirigente
industriale e attivista politico, si dedica a un’intensa attività letteraria
accompagnata da riconoscimenti nazionali e internazionali. È autore di raccolte
poetiche e romanzi, tra cui Memoriale (1962), La macchina mondiale (1965),
Corporale (1974), La strada per Roma (1991). Muore ad Ancona
nel 1994.
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