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venerdì 25 novembre 2011

Amsterdam è una farfalla, di Marino Magliani (Ediciclo). Intervento di Nunzio Festa



















Lo scrittore ligure Marino Magliani, è specifichiamo della Liguria perché le radici di Magliani, come sempre s'ascolta dai suoi romanzi, son profondissime, con "Amsterdam è una farfalla" visita una città partendo da due altri luoghi, appunto i mozziconi liguri rimasti e che rimarranno nella memoria e la piccola patria incontrata da una ventina d'anni in terra d'Olanda. Una visita, è da precisare con cura, che grazie al traduttore ex editore e amico Roland Fagel e non solo, Magliani con in tasca Gregorio Sanderi e nel petto Makliani approfondisce scovando le viscere d'Amsterdam. Dopo aver spiato dall'alto, quasi dal cielo: da una tetto. Cioé più esattamente Magliani continuerà facendosi un bel tratto di sottosuolo della Farfalla, dove mai Marino Magliani, questo il nome infatti del protagonista del romanzo, non pensava di trovare tutto quello che poi trova. E l'autore comincia, ma continuerà capiremo per tutte le pagine, cercando il sole. Perché l'obiettivo è dire d'un momento ben preciso del prossimo 2100. Che Sanderi vivrà facendo meridiana a ogni angolo della capitale olandese. Nonostante alla guida Fagel quest'idea proprio non piaccia, ché il rischio sarebbe di fare una guida invece di dare un libro importante all'Editore (Ediciclo) che ha commissionato l'impresa. L'autore-personaggio Marino Magliani comunque dovrebbe far appassionare all'inseguimento della necessità della bicicletta, del suo uso; quindi si piazza in sella. Sempre meno agile degli abitanti dell'Amsterdam-farfalla e persino con più lentezza del cane Bolero. Quindi è normale che il romanzo diventi una zuppa sofisticata dentro la quale s'immergono ottime mangiate e ipotesi, soprattutto, di mangiate ottime. Mentre lo stesso R. Fagel, e questo similmente al vero traduttore di Magliani in lingua olandese, consegna notizie su notizie e citazioni su citazioni e incontri seri su incontri serissimi al Magliani che deve portare a termine l'impegno lavorativo. E Marino Magliani raccoglie e appunta. Per poi ridirci. O dirci entro. E l'empatia dello scrittore con chi l'ha accolto, arriva quando più volte s'osserva e si descrive dei continui abbattimenti edili sopportati dalla città. Eppure c'è grande spazio e attenzione sulla storia e le battaglie civili riguardanti i cantieri ideali e reali della metropolitana, altro che cimiteri di biciclette e fettine di sole buone a spingerci tra le storie sotterrane d'Amsterdam... Fino a quando, addirittura, di nuovo dal cielo appare la sorpresa: il gesto/frase che ci dice del titolo epperò molto ma molto di più. Iniettando dosi di mistero nella misterica gitarella. Infatti sappiamo che questa visita di Magliani è apparentemente semplice, insomma quasi da turista un po' più attento della media, però si dimostra carica di significati nascosti. Il protagonista Marino Magliani, senza timori di smentite o accanimenti esterni all'opera letteraria, si serve dello scrittore Marino Magliani persino per una lettura urgente e comunque competente - perché in un certo qual senso sentimentale - dell'Amsterdam non sempre o troppo amata. Grazie allo spicchio di mistero detto, tra l'altro, non possiamo svelare particine della trama. Sarebbe in effetti toccare l'ultimo lembo della storia. Questo nuovo libro di Magliani è pieno delle letture di Magliani, diciamo, cosa molte volte platealmente sottolineata persino nelle pagine e certe altre fatta scorrere come sangue del sangue. Poi la memoria geografica in estinzione, si diceva, quasi costringe l'autore a rifugiarsi nelle sue origini. Per ritrovare le condizioni materiali, vedi la roccia, che si scopre somigliano e non somigliano alle olandesi. Magliani vuole affinità elettive eppure non le trova, tra Amsterdam e la Liguria. Senza pensare che sua moglie lo aspetta, o aspetterebbe, nella casetta della costa nord dell'Olanda di Ijmuiden. Nel frattempo, tra l'altro, il sedere che Magliani poggia spesso a malincuore sulla bicicletta - metro di lettura degli spazi - , è tallonato da un'altra, questa giunonica, donna. Ma nel libro non c'è tempo e spazio per sesso eccetera. Magliani allora può tranquillamente sfuggire alle insidie. Ha un altro compito, lui. E siamo sicuri che l'abbia compiuto per intero. Perché lo capiamo quando ci mettiano (al pari dei pargoli) a seguire per la vita passata e le vie del presente d'Amsterdam la due ruote dello scrittore. 

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