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sabato 29 ottobre 2011

RIGONI DI ASIAGO

















I cimbri - In un’epoca lontanissima, un popolo proveniente dal nord, forse dalla Germania, forse dalla Scandinavia, probabilmente ciò che restava dell’esercito sconfitto dal Console romano Cajo Mario nelle pianure di Verona, scelse come “terra promessa” un’area di montagna che si estendeva attraverso due antiche vie di comunicazione tra la pianura veneta e il nord Europa. Era un territorio vasto, di terra verde, cinta da alte vette. Un’area di montagna che oggi si chiama Altopiano di Asiago, o degli Otto Comuni. Qui i Cimbri, così si chiamava quel popolo, conservarono per secoli la loro lingua e le loro tradizioni. In questo paesaggio di boschi, di prati, di fiori e di frutti i Cimbri sapevano ricavare dalla natura alimenti ed utensili. Producevano un ottimo formaggio, lavoravano la lana e ottenevano dai fiori e dai frutti mieli e confetture squisite. Tutti i prodotti della Rigoni di Asiago prendono spunto da quelle ricette originali.
Nonna Elisa - Elisa Antonini (la nonna di Andrea, Antonio, Luigi e Mario Rigoni che rappresentano l’attuale vertice aziendale della Rigoni di Asiago Spa) aveva la tempra combattente della gente di montagna e il piglio di chi fronteggia la vita a viso aperto. Quella vita che le aveva già presentato un conto salatissimo. Un marito, Antonio, morto nel Varesotto, da sfollato della Prima guerra mondiale e, una volta tornata ad Asiago, nove figli da crescere, due malati di poliomielite, Mario e Paolo. Questi due erano il cruccio di Elisa, in quanto non potevano, Mario e Paolo, fare sforzi pesanti. La madre li indirizzò verso l’attività di rilegatori di libri, ma le venne in mente anche un dopolavoro legato al miele. Già, le api, la grande passione del marito Antonio. Da questo punto di vista, per altro, Asiago, sull’Altopiano vicentino, offriva il meglio, sia per l’aspetto naturalistico, sia per gli insegnamenti sulla lavorazione del miele e delle confetture tramandati dai Cimbri.
Il miele, una passione - Mario e Paolo ci misero pochissimo ad abbracciare totalmente la passione di famiglia. Così, appena terminati gli impegni di rilegatori, correvano dietro casa, nel prato delle arnie. Col tempo, la famiglia Rigoni notò che il miele prodotto principalmente per uso domestico trovava consensi sempre più larghi. La richiesta cresceva. Così decise di vendere la produzione eccedente. Andò tutto talmente bene che l’apicoltura divenne per loro una seconda attività vera e propria. Mario e Paolo Rigoni furono i primi titolari dell’Apicoltura Rigoni Snc, azienda a conduzione famigliare, in quanto tutti in casa erano chiamati a collaborare, a cominciare da Vittorio, Narciso e Giuseppe, gli altri figli. Gli affari andarono bene, tanto che l’apicoltura divenne la prima attività della famiglia Rigoni. Scomparsi Paolo e Mario, subentrarono nella gestione Vittorio e Narciso.
L’ultima generazione Rigoni - Andrea, Antonio e Luigi, i figli di Vittorio, e Mario, l’erede di Narciso, a loro volta crebbero tra boschi, prati, alberi da frutta, fiori, arnie e api. Dando una mano tra le arnie. E a subentrare nella conduzione dell’attività quando i tempi furono maturi. Dalla nascita e fino al 1978 l’impegno della famiglia Rigoni fu concentrato esclusivamente sull’allevamento delle api nell’Altopiano di Asiago. Api e miele. A partire dal 1979, con l’insediamento della terza generazione dei Rigoni, iniziò l’attività di trasformazione e commercializzazione di altri tipi di miele, oltre a quelli di propria produzione. In breve tempo, l’attività di trasformazione assunse la preminenza rispetto a quella produttiva. Con un’ulteriore novità: la proposta di tante varietà di miele, legate all’origine botanica. In sostanza, l’offerta dei mieli tipici della terra d’origine si allargava, comprendendo i mieli caratteristici di più regioni italiane. Sempre e comunque ritagli di natura accuratamente selezionati e inseriti nella “mappa dei Rigoni”, diventata sinonimo di qualità. In questo contesto, i Rigoni furono i primi ad introdurre nel mercato italiano il miele monoflora. Parallelamente, iniziarono altre produzioni: in particolare confetture al miele e integratori a base di prodotti apistici. Anche la commercializzazione venne rivista, lasciando i negozi specializzati in favore della grande distribuzione.
Il miele non basta più -Nel novembre del 1989 cadde il muro di Berlino. Rivoluzionando l’Europa anche per il mercato del miele. Presero ad arrivare dall’Est prodotti venduti a prezzi molto bassi e di qualità dubbia. Inoltre, la crisi dei consumi degli anni ‘90-’91 si trascinò appresso l’avvento, nel mercato della distribuzione, dei negozi discount. L’effetto immediato fu uno sconvolgimento delle richieste dei clienti. Tanto che la marginalità del prodotto venduto scese moltissimo. L’Apicoltura Rigoni dovette fronteggiare questa crisi nel momento meno adatto, in quanto esposta finanziariamente con un investimento importante: l’apertura, datata 1990, del nuovo centro produttivo, anche questo scelto sull’Altopiano, a Foza, dotato di moderni impianti e nuove strutture produttive.
 La scelta del biologico - Le difficoltà aguzzano l’ingegno, come si suole dire. Accadde anche per i fratelli Rigoni. Il mercato cambiava e richiedeva decisioni all’altezza di questi cambiamenti. Se prima veniva coperta col marchio Apicoltura Rigoni una parte importante del mercato italiano, era giunto il momento di cambiare posizionamento. A ciò, i Rigoni, una “squadra” sempre più compatta e decisa, affiancarono un’altra scelta, una scelta di vita, dettata dalla loro storia, dalle loro tradizioni e dalla natura che li circondava da sempre: furono tra i primi in Italia a sposare la causa del biologico e a rivolgersi a quella “nicchia” di mercato. La svolta è datata 1992 e segna un ulteriore senso di appartenenza dell’azienda e dei suoi uomini al territorio, alla montagna.
Nasce Fiordifrutta - In primo luogo, vengono ampliate le varietà di miele commercializzate, tutte biologiche, poi nel laboratorio di Foza vengono studiati nuovi prodotti, in particolare marmellate, inizialmente dolcificate con il miele, ingrediente progressivamente abbandonato, in quanto comportava problematiche qualitative, e sostituto con un dolcificante naturale ottenuto dal succo di mela. Fu la mossa vincente. Nacque Fiordifrutta, una confettura che abbinava la scelta del biologico a competenze esclusive di dolcificazione naturale, attraverso tecniche di cottura a bassa temperatura. Registrò subito un grande successo. Grazie alla sua straordinaria bontà abbinata alla genuinità. La scelta del nuovo mercato venne premiata dal consenso di venditori e consumatori. La strada intrapresa era giusta. Per stare adeguatamente al passo con l’evolversi della situazione, venne redatto un piano industriale incentrato su nuovi macchinari che garantivano un altissimo grado di tecnologia e automazione. Lo scopo era invariabilmente quello: mantenere uno standard qualitativo superiore a quello dei concorrenti, contenendo i costi di mano d’opera e di energia.
 Una porta sulla Bulgaria - Nel 1993 venne aperta una porta importante sulla Bulgaria, con la nascita di società collegate e destinate soprattutto alla raccolta di alcuni tipi di frutta biologica impiegati per Fiordifrutta, l’unica confettura prodotta con sola frutta e succo di mela biologici. Un’attività di coltivazione e di trasformazione che è andata via via sviluppandosi negli anni. Il 1997 è un’altra data importante per la società, che vede la storica Apicoltura Rigoni Snc diventare la Rigoni di Asiago Spa, adeguandosi alla crescita costante. Nello stesso periodo nasce anche la Rigoni Usa Inc che distribuisce sul mercato statunitense la gamma completa dei prodotti. Nel 1999 entrano nella compagine societaria due nuovi partner, la società pubblica Sviluppo Italia (12,3%) e la finanziaria regionale Veneto Sviluppo (29,8%). I fratelli Rigoni mantengono la maggioranza delle quote azionarie.
Leader del biologico - Con l’apporto del nuovo capitale, la Rigoni di Asiago conosce uno sviluppo straordinario e diventa leader del biologico in Italia. La ricerca costante della qualità e l’inflessibile etica imprenditoriale premiano l’azienda e il suo lavoro, largamente apprezzato dai consumatori, e portano alla nascita di nuovi prodotti, sempre fedeli alla filosofia aziendale del naturale: tra questi spiccano DolceDì, lo zucchero delle mele, e Nocciolata, la crema spalmabile di nocciole biologiche. Nel 2005 i fratelli Rigoni riacquistano le quote societarie di Sviluppo Italia e Veneto Sviluppo tornando ad avere il pacchetto completo delle azioni della Rigoni di Asiago Spa.
Leader delle marmellate - Il mese di giugno del 2006 segna un’altra data fondamentale per la Rigoni di Asiago, ma anche per il mercato italiano del biologico in generale. Fiordifrutta conquista la prima posizione nella classifica italiana delle confetture più vendute. Una leadership raggiunta con un prodotto biologico contro concorrenti che, al contrario, puntano su marmellate tradizionali. Il 2008, infine, segna un’altra svolta aziendale. Con Fruttosa, la Rigoni di Asiago, spiazza i mercati del settore commercializzando un dessert di frutta che non ha eguali sul mercato. La Rigoni di Asiago è oggi un’azienda di successo, ma anche una tradizione di famiglia che è stata tramandata e viene sviluppata dalle nuove generazioni. I fratelli Antonio, Andrea, Luigi Rigoni e il cugino Mario continuano l’attività con lo stesso entusiasmo di nonna Elisa, alla quale va il merito di essere riuscita a trasmettere ai nipoti la saggezza e l’amore per la natura dei Cimbri.





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