Un uomo e una donna, i loro
destini sembrano essere già scritti. Lei è un’infermiera pediatrica con il mito
di Audrey Hepburn, lui uno scrittore di successo che ha dimenticato cosa
significa sognare. Poi l’incontro da Tiffany, uno sguardo e il tempo si ferma.
In un attimo le loro vite vacillano, ed entrambi intravedono la possibilità di
un futuro diverso, senza però riuscire a mettersi in gioco fino in fondo. Il
loro momento è intenso ma sembra che siano destinati a separarsi e a non
vedersi mai più. Ma un anno dopo si ritrovano, protagonisti di un romanzo del
quale toccherà a loro scrivere il finale... Riuscirà la magia di Tiffany a
trasformare un semplice istante in qualcosa di speciale che durerà per sempre?
Un romanzo delicato e profondo, che risplende a ogni pagina. Una storia che ci
ricorda il potere dell’amore, e la meraviglia che si nasconde dietro un
incontro inaspettato che può stravolgere una vita intera e forse dare felicità
a chi osa rischiare fino all’ultimo respiro.
Kate Parker ha sempre vissuto a
Manhattan, New York, città che adora. È per questo che ha scelto di ambientare
il suo romanzo d’esordio proprio fra le strade che l’hanno vista crescere. Kate
ha deciso di dedicarsi alla scrittura per due motivi: realizzare un sogno che
nutriva sin da bambina, e trasmettere ai suoi lettori la voglia di provarci, di
crederci sempre e comunque. Le sue sono storie di persone comuni, disposte a
tutto pur di lottare per ciò in cui credono. Lo stile limpido, l’accurata
descrizione psicologica dei personaggi e la capacità di far rivivere sulla
pagina emozioni forti e indimenticabili, conquisteranno le lettrici, per non
abbandonarle più in questo primo libro di una trilogia.
Un estratto – “Prologo - New
York, luglio 2011. La città sembrava brillare mentre il cielo livido si tingeva
del turchese e oro di un’alba ormai avanzata. Le poche nubi si stavano
rapidamente ritirando incalzate dal calore di quel sole che presto avrebbe
illuminato New York. Mentre l’aereo cominciava l’atterraggio, Matías osservava
fuori dal finestrino un punto imprecisato, senza in realtà vedere nulla. Erano
arrivati in anticipo. Mentre l’aereo rollava sulla pista, Matías riusciva a
stento a contenere l’eccitazione. Aveva predisposto ogni cosa, e si era preso
anche un mese di ferie. E se quel tempo non fosse bastato a ritrovarla, ne
avrebbe preso dell’altro. Tutto quello necessario, pensò. Una volta recuperato
il suo bagaglio, raggiunse la sala dove trovò Steve ad attenderlo. «Buongiorno,
signore, come sta? Sono molto felice di rivederla. È passato tanto tempo.».
Matías strinse la mano che gli porgeva l’autista. «Che piacere vederti, speravo
che mandassero te.». L’uomo sorrise. «Ho fatto in modo di liberarmi» gli disse
aprendogli la portiera della macchina. «C’è molta agitazione per via della
presentazione del suo libro. Non mi aveva detto che scriveva romanzi del
genere, signore. Ci sono stati dei punti in cui mi è costato molto mantenere il
mio proverbiale aplomb.». Incredulo e
divertito, Matías scoppiò a ridere. «Lo prenderò per un complimento, Steve»
disse scuotendo la testa. «Non sapevo che l’avessi letto.». L’uomo lo fissò
dallo specchietto. «Io leggo tutti i suoi libri, signor Matías.». Ecco un’altra
sorpresa, pensò lui. «La porto direttamente in albergo, o preferisce andare da qualche
altra parte?». Matías ci pensò su un momento. «Se non ti è di disturbo, vorrei
andare da Tiffany sulla Fifth Avenue.». L’autista inarcò un sopracciglio.
«Caspita, le deve piacere davvero tanto quel posto. Mi pare che sia lo stesso
in cui l’ho accompagnato l’altra volta. Un anno fa, giusto?». «Sì, un anno fa. Ma questa volta mi
aspetterai, okay?». «Naturalmente, signore.».
Steve sorrise, e cominciò a fargli delle domande sul libro, poi a un
certo punto s’interruppe e spalancò gli occhi. «Vuol dire che sta andando da
Tiffany per comprare quello che credo?». Un sorriso enorme fu l’unica risposta.
L’amava. Che dio lo aiutasse perché amava quella donna disperatamente.
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