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martedì 25 ottobre 2011

FINZIONI – progetto di lettura creativa



















Il 23 dicembre 2008 a Faenza veniva giù un sacco di neve. Noi eravamo in un bar che adesso non esiste neanche più e stavamo provando quell’americanata di alternare una birra in bottiglia con uno scotch, quel tipo di scotch che quando lo mandi giù poi fai la boccaccia e dici: aaaaah, ci voleva. Quella sera è nato Finzioni, ed è nato sotto una buona stella. Gli inizi, si sa, sono sempre un po’ farraginosi: non è che uno può avere cento amici che vogliono scrivere per una rivista letteraria. Noi ne avevamo un po’ meno, ma li avevamo validi. L’uscita dello storico Numero Zero è stata un’emozione e una soddisfazione tale da caricarci ancora di più. E da lì è stata tutta in discesa. Abbiamo iniziato a stampare i pdf mensili e a metterli in giro, a raccogliere abbonamenti e a farci amici sul web. Piano piano la redazione è cresciuta, la nostra intesa si è affinata e Finzioni è diventato un approccio alla letteratura, più che una semplice raccolta di scritti. L’ondata dell’ultima estate ci ha portato nuovi, e bravissimi, collaboratori, il sito è cresciuto sempre di più, come la nostra felicissima presenza su Twitter, Facebook, aNobii e Goodreads. E adesso c’è il sito nuovo, e il progetto del trimestrale, nel quale stiamo mettendo tantissimo tempo, impegno e passione. Perché alla fine il fatto è questo: fare Finzioni è davvero divertente, ci siamo fatti un sacco di amici e tolti un bel po’ di soddisfazioni. Ma questo è solo l’inizio. Le idee buone sono sempre brevi. E innumerevoli. Ogni libro, reale o inesistente, le porta con sé. L’impegno di queste pagine, e di quelle future, sarà di parlare di libri attraverso le loro idee: brevi, diagonali, alla svelta. Sarà di non entrare in nessun libro ma circolare in tutti. Consideriamo i libri come oggetti culturali costantemente in relazione tra loro in un sistema interdefinito di libri e di discorsi attorno a essi, da cui acquistano valore e identità. Per questo vogliamo essere lettori, non scrittori. Crediamo che la lettura sia un atto creativo e, semplicemente, la trascriviamo.
“Menino vanto altri delle pagine che hanno scritte; il mio orgoglio sta in quelle che ho lette”. (Jacopo Cirillo, Carlo Zuffa)




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