Ogni libro scritto su qualsiasi guerra da chi vi ha preso parte in prima persona, racchiude una miriade di informazioni non solo utili ma addirittura indispensabili, soprattutto se non si tratta di un saggio ma di un romanzo, come è accaduto con diverse opere letterarie per tutto il diciannovesimo secolo: un esempio su tutti il racconto dell'invasione francese della Russia di Tolstoj in "Guerra e Pace". L’ultimo lavoro però di Karl Marlantes dal titolo “What It Is Like to Go to War” è un libro davvero singolare, che racchiude diverse latitudini stilistiche e di genere, sostenuto da una grande forza di volontà dello scrittore nel voler rivelare nuove intuizioni su quello che significa trovarsi nel bel mezzo di una guerra e gli effetti di questa esperienza devastante sulla psiche umana. Niente a che vedere con il testosterone della saga di Rambo interpretata da Sylvester Stallone L’autore comunque non realizza un semplice libro di memorie, perché (lui ex veterano pluridecorato in Vietnam), ha una quantità enorme di nozioni acquisite sul campo, sia nell’inferno dei combattimenti sia nell’inferno del riadattamento alla vita civile. Marlantes descrive con dovizia di particolari l'adrenalina del combattimento e il dolore psichico che segue inevitabilmente. Per aiutare a ridurre questi costi troppo elevati per un qualsiasi essere umano immerso nel pieno di un contesto bellico, egli ritiene che i soldati devono avere l’intelligenza di ammortizzare il senso di spaesamento e prostrazione con molta meditazione e tanta tanta letteratura. Sono tutti elementi infatti che egli adotta come ingredienti principali nella formazione della nuova classe dirigente militare. Le sezioni più belle del libro sono quelle in cui Marlantes offre quello che ha passato sulla propria pelle in Vietnam, quando il suo corpo, era coperto di cicatrici purulente, affetto da dissenteria, diarrea, e forse malaria. Grazie a questa esperienza di confine Marlantes racconta i 13 mesi più brutti della sua vita, ma soprattutto riesce ad offrire un buon consiglio su come il Pentagono può aiutare le future generazioni di soldati rientranti dalle guerre a superare qualsivoglia difficoltà!
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