Matteo freddo come il ghiaccio. Più volte, fra le pagine del magistrale romanzo “Antartide” della poetessa e scrittrice Laura Pugno, i personaggi vengono fotografati in momenti di decadimento fisico e mentale, o più esattamente quando divengono esausti per sforzi fisici e psicologici. Ma, nello stesso numero di volte e foto, scopriamo che ogni persona che viaggia nella narrazione di Pugno è dotata, ormai, d'una lucidità che supera il calcolo logico. Matteo su tutti. Freddo come i ghiacciai dell'Antartide - visitato per lavoro e frequentato quasi per contrappasso o addirittura causa della separazione con sua moglie Sonia - , il protagonista del nuovo e magistrale (abbiamo già detto), sia per scrittura che per cadenza e perfezione 'strategica' del dialogo, romanzo di Laura Pugno è abituato ormai a stare da solo. Dopo la dipartita dei genitori, e dopo la scomparsa, senza morte, ma in un certo senso molto similmente all'estremo passaggio, d'ex moglie, quindi, e figlioletta. L'inizio della storia, d'altronde, ci lascia immaginare se e come Matteo abbia persino tentato il suicidio. Senza dirci la verità, su questo aspetto. Il rientro a Roma, però, non è solamente il mitico rientro dopo questa specie di tentativo di suicidio. Ma più esattamente un rientro nella totale normalità. Dove, insomma, non è possibile non fare i conti, e tutti quanti, con l'ultimissima perdita. Che, poi, la morte del padre di Matteo arriva insieme a quella apostrofata d'altri amici, coetanei, tanto da far pensare al crollo d'una generazione. Eppure non tutto è così semplice. Che, ovviamente, il romanzo offre dei veri e propri colpi di scena. A cominciare, per dire, proprio dagli ultimi gesti di queste persone che andavano verso il fine-vita – che di fine-vita si tratta. Perché i soggetti finiti hanno un destino comune. E nel loro destino, una stessa metà, che non è unicamente la signora Morte: la Casa di Miriam. Una struttura alberghiera spuntata tra Italia e Francia che per giunta mette di nuovo in relazione Matteo e Sonia. Senza, va spiegato, che si tratti d'un ritorno all'incontro. Dietro le finestre della Casa di Miriam, si scopre, accadono altre situazioni e circostanze più che anomale. Oltre che inattese, per lettrici e lettori. Come per Matteo e l'ex Sonia. Risparmiamo, nel nostro spazio, il tuffo nei segreti. Non esimendo, comunque, commenti ultimi sulla forza propulsiva dell'opera di Laura Pugno. La storia cresce, piano piano. In quanto con forza delicata deve andare a prendersi alcuni dei tempi più difficili della storia umana. Morte e malattia. Rapporto genitore/genitrice – figlia/figlio. E infine l'autonomia di giudizio appuntata alla volontà individuale di decidere indipendentemente da tutto e tutti. Antartide è uno del libri che dalle date del 2011 non si potrà cancellare. Le descrizioni di Laura Pugno, che usa una penna svelta e snella, salgono nella mente delle donne e degli uomini del libro, per salire nel dibattito vitale che mai dovremmo tralasciare.
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