Le Confessioni è una breve opera di Lev Tolstoj di argomento religioso. Distribuito per la prima volta in Russia nel 1882, esso venne subito sequestrato per il suo contenuto ritenuto blasfemo[1]. Venne pertanto pubblicato per la prima volta a stampa a Ginevra nel 1884[2]. Ne Le confessioni Tolstoj respinge il misticismo, prendendosi gioco dei sacramenti («Il maggior nemico del vero cristianesimo è la chiesa organizzata»)[3] e dell'ortodossia cristiana («Sono stato battezzato e educato nella fede cristiana ortodossa. Me la insegnarono fino dall'infanzia e durante tutto il periodo della adolescenza e della prima giovinezza. Ma quando, a diciotto anni, abbandonai l'università al secondo corso, io non credevo ormai più a nulla di quello che mi avevano insegnato.
Lev Tolstoj (Jasnaja Poljana, 28 agosto 1828 – Astapovo, 20 novembre 1910[1]) Divenuto celebre in patria grazie ad una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all'introspezione dei personaggi ed alla riflessione morale. La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi. La vita di Tolstoj fu lunga e tragica, nell'accezione più vera del termine, ossia nel senso che essa fu dominata da una profonda, segreta tensione: la si potrebbe definire una tragedia dell'anima. Tolstoj ebbe un'incessante, tormentosa evoluzione interiore, lottò con se stesso e con il mondo, e questa lotta, talora impetuosa, alimentò senza sosta l'impulso creativo.
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