Cercheranno di coprire la verità. Sai quanti casi come quello di Jack ci sono stati negli ultimi anni? Mai un colpevole. Mai un poliziotto colpevole. La chiusura di una struttura pubblica è la scintilla che sconvolge gli operatori e i disabili mentali in cura. La successiva morte di uno di loro, forse ucciso dalla polizia, crea un vortice di rabbia cieca che li spinge a organizzare il rapimento di un vicequestore, ritenuto responsabile. Si barricano armati in una fabbrica dismessa e pretendono giustizia. Per suscitare clamore pubblicano su internet i video degli estenuanti interrogatori cui sottopongono il prigioniero. Il cortocircuito claustrofobico farà detonare la situazione fino alle estreme conseguenze. Il web e YouTube al servizio di una vendetta per una narrazione al cardiopalma ispirata dai casi Cucchi e Aldrovandi. Luca Rinarelli vive a Torino, fa parte da anni di un’associazione che si occupa di persone senzatetto e in difficoltà. È autore di lavori fotografici. Ha pubblicato il romanzo In perfetto orario e racconti su diverse antologie.
“Mi gira la testa. Ho bevuto troppo e mi gira la testa. Ho paura.
«Lasciatemi andare! Liberatemi le mani!».
«Stai calmo, va bene?».
«Io non ho fatto niente! Dove mi avete portato?».
«Buono, buono! Boschiazzi …segna sul verbale che siamo rientrati con il fermato alle tre del mattino. Ehi, voi altri. Non è in sé, fate attenzione.».
Ma cosa vogliono da me?
«Datti una calmata,. Non abbiamo molta pazienza. Siamo stanchi delle tue urla. E’ tutto il giorno che stiamo lavorando.».
«Ciao, Pini. E’ il ragazzo che abbiamo preso in collina, dietro la Gran Madre. E’ ubriaco e un po’ su di giri.».
«Lasciatelo a me. Vedete che lo calmo subito. ».
«Pini, per favore. ».
«Voi due non dovete finire il turno?».”
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