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sabato 4 giugno 2011

Il libro del gorno: Sociologia del Teatro di Georges Gurvitch (Kurumuny)












Sociologia del teatro (1956) è il breve saggio con il quale Georges Gurvitch ha impostato per la prima volta un programma per la ricerca sociologica nel campo del teatro. Le sue indicazioni risultano ancora oggi attuali e delineano percorsi di analisi di fatto seguite e approfondite da diversi studiosi nei decenni successivi. Il panorama delle proposte contenute in questo saggio rivolge l’attenzione a temi quali la realtà sociale dinamica e stratificata del pubblico teatrale, le interazioni tra i professionisti del teatro a tutti i livelli (attori, registi, scrittori, ma anche tecnici, responsabili amministrativi e organizzazioni di categoria), le trasformazioni delle opere, delle teorie e delle pratiche teatrali in relazione al contesto politico-sociale, e così via. Inoltre, collocando questa riflessione nel vivo del dibattito sociologico della sua epoca, Gurvitch ragiona, a partire dall’imprescindibile e «sorprendente affinità» tra teatro e vita sociale, e individua per la sociologia un metodo di indagine sperimentale che, proprio attraverso il teatro, sia in grado di cogliere la più viva realtà dei gruppi e delle collettività «in fermento». Uno scritto anticipatore, la cui portata è stata a lungo misconosciuta. Questo volume ne propone la prima traduzione italiana, nell’intento di sottrarlo all’oblio nel quale è stato relegato e di sollecitare una riapertura del dibattito intorno ai temi dei quali è oggetto.

Georges Gurvitch (1894-1965), dopo i primi studi di filosofia e diritto, si dedicò alla sociologia nell’intento di sviluppare un pensiero in grado di cogliere il divenire della realtà sociale, in una continua tensione umana e intellettuale propria del suo spirito di studioso e della sua esperienza di vita. Nacque in Russia, dove visse in prima persona la Rivoluzione d’Ottobre ed iniziò la carriera accademica nelle università di Pietrogrado (oggi San Pietroburgo) e di Tomsk. Emigrato nel 1920, insegnò a Praga per poi approdare in Francia, sua patria d’elezione dal 1925, e prendere, nel 1935, il posto di Halbwachs alla cattedra di sociologia a Strasburgo. Tra il 1940 ed il 1945 soggiornò negli Stati Uniti, entrando così in contatto con la sociologia nordamericana. Rientrato in Francia, dal 1948 fu professore alla Sorbona e all’École Pratique des Hautes Études. Pensatore arguto e appassionato, oggi quasi dimenticato, ha lasciato ampia traccia di sé in opere come La vocazione attuale della sociologia (1950), Determinismi sociali e libertà umana (1955), Dialettica e sociologia (1962).

Il curatore - Marco Serino ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Sociologia, analisi sociale e politiche pubbliche (2010) presso il Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università degli Studi di Salerno, collaborando anche alle attività di tutorato promosse dalla corrispondente area didattica. Ha inoltre svolto nel 2006 un’indagine sul pubblico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino, pubblicata dallo stesso Dipartimento. Sta lavorando al perfezionamento dello studio iniziato con la tesi di dottorato.

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