In una Tirana assediata da bande di delinquenti e dalla mafia, la storia privata di un giovane, un perdente nato, si intreccia con il tragico destino dell’Albania caduta nella débacle e nella follia alla vigilia della rivolta politica del marzo 1997. Nell’autunno di quell’anno, Ergys, uno studente, vittima di un padre autoritario, cerca di uscire dalla soffocante tutela paterna, trovando un lavoro al bar Pacifik, luogo d’incontro di ragazzi sbandati. Lì incontra Linda, una pittrice di famiglia comunista, della quale si innamora. Ostracizzato e cacciato di casa dal padre a causa di questo legame, comincia per Ergys una vera discesa agli inferi in cui si alternano momenti di delirio a momenti di lucidità e il presente e il passato si mescolano in modo inestricabile. Kongoli dimostra grande maestria nel descrivere il mondo in sfacelo di un uomo attanagliato dalla paranoia: Ergys, credendo di essere perseguitato dalla figura perturbante di Damocle (il suo doppelganger), si toglie la vita, lasciando al narratore la testimonianza degli eventi che lo hanno spinto a chiudere la partita con la vita.
Fatos Kongoli è nato nel 1944 a Elbasan, al centro dell’Albania. Matematico di formazione, è stato professore e in seguito responsabile delle pagine culturali del giornale “Rinascita democratica”. Attualmente vive a Tirana e si dedica interamente alla scrittura. Il sogno di Damocle è il quarto romanzo della tetralogia sull’Albania contemporanea che comprende Le Paumé, L’ombra dell’altro (Besa, 1999) e Il drago d’avorio (Besa, 2005).
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