18 Contrapuncta, proprio come nell’Arte della fuga di Bach, ultima sua opera, incompiuta alla diciottesima fuga. Adoro la poesia di Amedeo Anelli, come quella di Gezim Hajdari, Marina Pizzi, Luciano Erba, e Mario Luzi (ma i preferiti sono in troppi per stare ad enumerarli in uno spazio così angusto) soprattutto perchè il sistema del verso in questa voce autentica proveniente dalle sensuali e dolci flessuosità di Poesia, possiede una cifra metafisica che si nutre di ricongiungimenti e sradicamenti dalla fonte primaria di tutto, di ogni cosa, di spazio, di tempo, dell'esistente e dell'inesistente. Profonda in me è poi la sensazione che il canto che questo poeta mette in scena, sia computazionale , nel senso che il verso si fa ontologicamente numero che si flette a sua volta in creazione splendida e luminescente.
Contrapunctus III - Di slancio //la bicicletta //in piedi sulla sella //senza mani. //Così tutta la vita. //In intensificazione// il senso //il grande fiume //gli alberi con le chiome //a pelo d’acqua //l’argine a raso //le strade del bosco //sommerse //non più i responsori //degli uccelli fra gli //alberi //ma il boato sordo //dell’acqua //nell’ansa del fiume. //Se si sostiene //il canto.
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