Signorina Julie è una tragedia avvincente come un giallo, dove dietro le azioni dei protagonisti si nascondono verità sconcertanti. Dopo un inizio apparentemente brioso, in cui si delinea la tresca fra il domestico Jean e la cuoca Kristin in una tenuta scandinava di fine Ottocento, fa la sua spettrale apparizione la figlia del padrone di casa. Julie è una venticinquenne già avvizzita dentro per colpa di un intrigo familiare di cui sconta le conseguenze. Nemmeno la possibilità di un amore con il suo domestico può salvarla dal destino che porta con sé. Ma intanto, si scopre la natura dell’arrivista e perfido Jean, nonché i misfatti di Kristin, che sembrava un’innocente. In un crescendo incalzante fatto di splendido teatro, Signorina Julie si impone così come un classico scandinavo che resiste all’impatto contemporaneo; la forza irripetibile della vicenda viene tutta dalla mano personalissima di August Strindberg, maestro del teatro nordico, che non attenua i toni più scabrosi e denuda di continuo gli aspetti più intimi e riposti del rapporto tra i protagonisti.
Johann August Strindberg (1849-1912), drammaturgo e romanziere (La stanza rossa, 1879), è considerato l’inventore del teatro contemporaneo. I suoi drammi sono uno spaccato della società, con i conflitti più insanabili, da quelli familiari a quelli di classe, e in essi non c’è più spazio per la retorica e le esibizioni di alta acrobazia verbale.
La sua prima opera teatrale è Mastro Olaf (1872), riscritto per ben cinque volte fino alla definitiva messa in scena, accolta peraltro senza successo. Ma il genio di Strindberg nello scandagliare l’umanità emerge nel cosiddetto “teatro naturalistico”, al quale appartiene Signorina Julie.
© foto di copertina di Alessandro Valli
Johann August Strindberg (1849-1912), drammaturgo e romanziere (La stanza rossa, 1879), è considerato l’inventore del teatro contemporaneo. I suoi drammi sono uno spaccato della società, con i conflitti più insanabili, da quelli familiari a quelli di classe, e in essi non c’è più spazio per la retorica e le esibizioni di alta acrobazia verbale.
La sua prima opera teatrale è Mastro Olaf (1872), riscritto per ben cinque volte fino alla definitiva messa in scena, accolta peraltro senza successo. Ma il genio di Strindberg nello scandagliare l’umanità emerge nel cosiddetto “teatro naturalistico”, al quale appartiene Signorina Julie.
© foto di copertina di Alessandro Valli
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