Nel 2011 l’Italia compie 150 anni e, per l’occasione, la prima edizione del “Festival della Cultura” ripercorrerà la nostra storia dall’Unità nazionale ad oggi. Il tema della Manifestazione “HOMO ITALICUS: STORIE, MITI E PENSIERO IN 150 ANNI” si propone di sviluppare un’accurata riflessione sul processo di costruzione dell’identità morale e materiale del popolo italiano che parte dalla celebre frase di Massimo D’Azeglio: “Ora, fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. E come si sono “fatti” gli italiani in questo secolo e mezzo? Un cammino fatto di tante luci ma anche di tante ombre che inizia con grandissime difficoltà per l’anomalia del processo stesso di costruzione dello Stato Italiano che, nonostante l’eroismo di Mazzini e Garibaldi, non riesce a coinvolgere le masse popolari, ma si realizza principalmente per l’abilità strategica di un genio della Real Politik come Cavour. Per oltre mezzo secolo l’Italia Post Unitaria è scossa da tumulti, divisioni, crisi sociali, economiche e istituzionali: milioni di italiani sono costretti ad abbandonare la terra natia alla ricerca di fortuna oltreoceano. Paradossalmente la scoperta di una vera identità nazionale avviene nelle trincee intrise di sangue della Grande Guerra (1915-1918): centinaia di migliaia di giovani italiani si scoprono “fratelli” proprio nell’enorme tragedia di una guerra spaventosamente crudele. La successiva era fascista e la II a Guerra Mondiale annientano l’unità, così faticosamente costruita. Con la pacificazione nazionale e il “miracolo economico” degli anni ’50, l’Italiano scopre l’ebbrezza intensa del consumismo di massa. È una vera e propria rivoluzione culturale e sociale supportata, nel 1954, dall’avvento della televisione che diventa strumento di unificazione nazionale sia sotto il profilo linguistico sia sotto il profilo socio-culturale. Tuttavia la nuova società italiana del benessere reca in sé tante contraddizioni che esplodono a partire dagli anni ’70 con lo stragismo di stato, la P2, il terrorismo rosso e nero, la Mafia. La straordinaria inventiva tipicamente italiana ha partorito dei prodotti leggendari in grado di rivoluzionare il nostro immaginario collettivo come la Vespa e la Lambretta, la Fiat 500 e la Fiat 600, la macchina per scrivere Olivetti Lettera 22, senza trascurare i trionfi nella moda, nel design e nell’architettura. La cucina italiana, la dieta mediterranea e la Nutella, crema nutriente anche per lo spirito. I miti sportivi – la Ferrari, Coppi e Bartali, la nazionale di Calcio – dal canto loro, hanno contribuito in modo determinante a rafforzare un sentimento comune di orgoglio e di appartenenza nazionale. Infine i miti televisivi, cinematografici e musicali che, nel corso degli anni, hanno costituito lo specchio più fedele delle diverse fasi attraversate dalla nostra società. Un vero e proprio racconto sull’italianità che parte dalla povertà e dalla miseria postbellica del neorealismo cinematografico, continua con il miracolo economico italiano di “La Dolce Vita” e “Carosello”, per poi evidenziare gli effetti contraddittori della modernizzazione attraverso la “Commedia all’Italiana”, il varietà televisivo, la musica “impegnata”, fino ad arrivare, oggi, alla spettacolarizzazione della vita comune, delle emozioni e dei sentimenti con lo straordinario e controverso successo riscosso dai reality e il mito del “Grande Fratello”. La prima edizione del “Festival della Cultura” non si occupa semplicemente della Storia d’Italia, ma è dedicata soprattutto agli italiani: a come hanno vissuto insieme questi 150 anni, per dare loro il senso di un percorso, di un’appartenenza e di un’identità, e ritrovarlo nei pregi e nei difetti dell’homo italicus di oggi.
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