Sindacati, lotte operaie, scioperi, resistenza, speranza, futuro, termini da archeologia semantica. Così come parlare di politiche del lavoro, di dignità del lavoro, non ha più alcun valore. Si è persa memoria di cosa significa tutto questo. Oggi L’ITALSIDER non c’è più. C’è l’ILVA. Eco/mostro, ecolalìa valoriale, allo stato puro, sistema di regole e restrizioni che avrebbe divertito anche il grande Michel Foucault. Gli operai dell’ILVA, la paura di morire, di non avere più certe sicurezze, ce l’hanno ancora, e forse generazioni intere di operai, questa paura non l’hanno mai persa. Gli operai dell’Ilva sono stanchezza, doveri, rancori, famiglia, silenzi, urla, deriva, menzogna.
Gli operai dell’Ilva sono questo e molto di più.
Invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno (Kurumuny edizioni) è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Su concessione dell’editore pubblichiamo due brani tratti dal libro.
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Gli operai dell’Ilva sono questo e molto di più.
Invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno (Kurumuny edizioni) è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Su concessione dell’editore pubblichiamo due brani tratti dal libro.
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