Abbiamo avuto già il piacere di apprezzare il precedente lavoro di quest’autrice con il suo “L’innocenza indecente” (Il Filo) dove si raccontano sedici storie di donne che vivono al margine dell’esistenza, narrazioni che sono lontane nel tempo e nello spazio legate alcune a vicende gestite in prima persona da Annalisa Fantini come giornalista, altre frutto di pura invenzione. Comunque lavoro dedicato alle donne che riscoprono l’importanza del “ritrovarsi” solidalmente quando tutto sembra perduto. Ora per i tipi di Lab di Giulio Perrone editore, nella collana Gli Ulivi diretta da Teresa Romano, esce un nuovo interessante lavoro di Annalisa Fantini dal titolo “L’istinto del pane”. Interessante perché parla di guerra, parla di orrori e atrocità, di dolori che solo la guerra è in grado di procurare. Un libro la cui originalità sta nell’aver però dato voce, corpo e fiato a quelle vite che non hanno mai impugnato un fucile, o non hanno mai diretto operazioni militari, o non hanno mai governato uno stato in tempo di conflitto bellico. E’ il b/side della guerra, quello delle vittime innocenti e della gente comune, forse più autentico, più veritiero perché nessun libro di storia ne darà mai conto.
– Abbiamo detto mai più all’odio, al genocidio, alla violenza… lavoro per migliorare la condizione di questa gente – dice Emilio a Marcello,mentre tra lui e Carolina si accende la fiamma dell’amore, ballando in una notte d’estate piena di stelle e di speranze. Wojtek Pankiewicz
Quest’autrice è brava, di grande talento, perché è in grado di coniugare nella sua scrittura leggerezza, delicatezza e rigore tanto da conferire ad ogni suo libro un’impronta unica che spinge a il lettore a diventare un suo “aficionados”. Assolutamente consigliato!
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