Se riteniamo che la qualità della società in cui viviamo sia fondamentale per il nostro buon vivere, non possiamo non interrogarci sul nostro rapporto tra politica e felicità. Ma da dove cominciare? Siamo nel pieno di una crisi d’epoca, in cui non si può rintracciare un modello assoluto, un’ideologia, che plasmi la società a sua immagine. Le antiche costruzioni teoriche e pratiche della sinistra, in Italia e nel mondo, non rispondono più alle domande di senso presenti nella nostra società. Le risposte a questa crisi di senso si alternano tra populismo e tecnocrazia. La complessità è vissuta nella paura delle diversità, nell’abbandono dei pensieri lunghi, nel trionfo dell’anaffettività. «Riaprire la partita» e non «riaprire un partito», dunque, per ripensare alla passione politica come ad una grande azione collettiva necessaria per cambiare il mondo.
Attraverso le parole di Nichi Vendola e quelle del manifesto, proposte nel congresso fondativo di Sinistra ecologia libertà, riemerge l’urgenza di una nuova politica per un’alternativa di società, per restituire senso ad un grande percorso di liberazione: del lavoro, dell’ambiente, dei saperi, ma anche delle parole e degli affetti. Una presenza inedita nel panorama politico contemporaneo, un libro ricco e pieno di suggestioni, una «narrazione» del cambiamento ripartendo dai vissuti, dalle speranze, dalle idee di uomini e donne che non hanno smesso di sognare la concretezza di «un’Italia migliore».
Attraverso le parole di Nichi Vendola e quelle del manifesto, proposte nel congresso fondativo di Sinistra ecologia libertà, riemerge l’urgenza di una nuova politica per un’alternativa di società, per restituire senso ad un grande percorso di liberazione: del lavoro, dell’ambiente, dei saperi, ma anche delle parole e degli affetti. Una presenza inedita nel panorama politico contemporaneo, un libro ricco e pieno di suggestioni, una «narrazione» del cambiamento ripartendo dai vissuti, dalle speranze, dalle idee di uomini e donne che non hanno smesso di sognare la concretezza di «un’Italia migliore».
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