È sempre molto difficile parlare di qualcosa quando si è direttamente coinvolti. Si è sempre divisi tra la soddisfazione di aver fatto bene e il rimpianto di non essere riusciti a fare tutto quello che si sarebbe voluto. “Caffè blues” nasce per scherzo, quando presso il caffè letterario Art Cafè di Maglie si è voluto dare una possibilità a tutti coloro che scrivono ma di cui non si ha sempre reale percezione. Sembra come se, negli ultimi tempi, complici anche i blog, ormai soppiantati dai social network o dal social netowork per eccellenza, Facebook, ognuno cerchi di raccontare qualcosa attraverso la scrittura, come se l'urgenza di dire la propria sia tanto impellente da non badare alla grammatica, neppure a quella dell'uso. Questo genera un problema, l'inflazionarsi della scrittura come mezzo di espressione, che poi diventa preclusione di esordienti da parte delle grosse case editrici, che cercano di tutelarsi in qualche modo dallo tsunami di produzioni scadenti che si abbatte quotidianamente su di loro. Tra tutto questo materiale scadente esiste però una cospicua fetta di persone che conosce il mestiere di scrivere, nonostante non sia il suo “mestiere”: molti appassionati posseggono infatti l'intelligenza, la sensibilità e le tecniche narrative per fare di un racconto o di una poesia qualcosa che valga la pena di leggere. Il materiale giunto in questo primo concorso Art Cafè è stato assolutamente lusinghiero: la maggior parte degli elaborati aveva una buona o un'ottima qualità, tanto che si è deciso di dare voce a tutti i partecipanti, anche perché la giuria composta da Lina Leone, Orlando D'Urso, Paola Cillo e Danila Canitano, “pescata” nel mondo della cultura e dell'associazionismo a essa legato, ha espresso una tale forbice di voti, in cui sindacare sul gusto personale dei singoli giudici era impresa impossibile. E poi, come dicevano i latini, sui gusti non si discute, per cui è nato “Caffè blues”, l'ebook scaricabile gratuitamente dal sito prestatoci per l'occasione www.paolomerenda.it (un hacker ci ha momentaneamente derubato di quello istituzionale, ma torneremo presto on line), che contiene tutte le opere pervenute al concorso letterario di Art Cafè, che con tutta probabilità replicherà l'esperienza il prossimo anno. Mentre le poesie sono di argomento vario, ma ripercorrono affetti familiari, storie di vita o immaginarie ispirate ai classici della letteratura, i racconti ci mostrano un universo decisamente più variegato, anche se in molti casi pasciuto sotto l'egida di Facebook, il luogo–non luogo dove in molti casi tutto accade. Tra i vincitori di narrativa si è distinta in particolare Marina Piconese, della quale tutti i racconti pervenuti sono stati giudicati eccezionali. La narrativa di Marina è assolutamente fluida, oltre che scritta in un italiano impeccabile: racconta di storie semplici, molto brevi ma arabescate in ardite soluzioni linguistiche. Tra i racconti che non sono riusciti a salire sul podio, ci sono anche il divertentissimo “Il cliente scomodo” di Pietro Sansò, che racconta di strani e mitologici gatti vampiro abili nel succhiare qualunque liquido corporeo, “L'abito adatto per l'eterno nulla” di Paolo Merenda, la storia ironica di un individuo intriso di megalomania che sceglie la TV al suicidio, “Il grano turco” di Paolo Colavero, la narrazione degli incontri assurdi in un espresso notte, e “Questione di stile”, il secondo classificato, che secondo la stessa autrice Valentina Luberto è un racconto strano per chi sa apprezzarlo. Tra le poesie spiccano gli arditi componimenti di Massimiliano Manieri, noto performer salentino, lo stile anacronistico e “maledetto” di Gloria Costante, i vincitori Lucio Causo e la giovanissima Azzurra Chirico, e Francesco Bucci, arrivato terzo con “Thelonius”, poesia visiva dall'afflato beat ispirata al grandissimo musicista jazz T.S. Monk, letta magistralmente dal giudice D'Urso nella serata di premiazione. Un concorso è così archiviato, ma la morale preferiamo imprestarcela da uno dei racconti della vincitrice Marina, “Cicchetto e l'equilibrista felice”: “non si trovano ali adatte a chi non sa buttarsi”.
la copertina è stata realizzata da francesca ascalone. :)
RispondiEliminaangela
Sono quello che si è inventato i gatti vampiro. Penso che nella antologia blues ci stiano benissimo e che il lavoro di Angela sia eccezionale. Specie in un posto come Maglie. Perchè come dicevano Toti e Tata parafrasando l'allora sindaco di Bari "La cultura è un'altra cosa". E non avrei mai creduto che i miei gatti-vampiro potessero entrare in un'antologia magliese.
RispondiEliminaSono Valentina Luberto :)
RispondiEliminaSì, il mio racconto: "Questione di stile" è un po' (forse un po' tanto) sopra le righe e non speravo ricevesse un tale apprezzamento.
In realtà, tutti e tre i racconti che ho inviato sono un po' "fuori" dagli schemi, ma, ho voluto ugualmente inviarli perché, soprattutto in "Questione di stile" credevo tanto.
Cosa dire, grazie a tutti coloro che hanno voluto adottare il mio racconto facendolo un po' proprio e anche a chi ha pensato, leggendolo: "Oddio, povero Neri Bruno!".
Un sorriso e un abbraccio a tutti :)
Thelonius è una poesia ambientata a Maglie. Nella Maglie della mia memoria. C'è stato un tempo (vivevo molto lontano da qui) in cui tutte le volte che pensavo a casa sentivo nella testa la musica di Monk: sghemba, asimmetrica e struggente, proprio come certi pomeriggi invernali nella "Bassa Sassonia" (citazione...).
RispondiEliminaQuanto al beat... yes, I belong to the beat generation!
Grazie ancora di tutto.
Francesco Bucci
Sono Paolo Merenda, proprio quello nominato nell'articolo (sempre meglio specificarlo, non si sa mai).
RispondiEliminaMi ha fatto molto piacere partecipare a questo concorso, e mi ha arricchito culturalmente. In questo mondo ogni singola inziativa può dare qualcosa, se fatto da gente onesta e volenterosa, come in Caffè Blues.
Ad maiora