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mercoledì 15 dicembre 2010

Il libro del giorno: Canto che amavi di Gabriela Mistral (Marcos y Marcos)





















Natura, passioni umane, perdita, conquista, tradimento: i grandi temi della vita nella poesia della più amata figura letteraria femminile del Sudamerica. Finalmente ricompare in Italia la voce della più grande poetessa sudamericana di tutti i tempi. La celebre Gabriela Mistral, popolare come Pablo Neruda, suo amico e corrispondente, o Isabel Allende. La vincitrice di uno storico Premio Nobel, nel 1945: il primo mai vinto da una autrice sudamericana. La sua è una poesia limpida e sferzante come l’acqua. Musicale e avvolgente. Ma anche di importanza politica. I temi ricorrenti nei suoi versi sono la morte, l’amore sconfinato per la madre, scomparsa quando era ancora molto giovane, il rapporto con la sua terra, con la Patagonia, i suoi ricordi più dolorosi.
E dalle sue parole trapela la speranza per un mondo più generoso, proprio come lei, e una fede autentica e commovente in un’entità spirituale misericordiosa, in grado di darle forza nonostante tutto. Il suo impegno politico a favore delle donne, affiché possano finalmente godere degli stessi diritti dell’uomo, è sintomo di un atteggiamento femminista sano, sincero, lontano dal fanatismo e dettato dalla mera fiducia e ammirazione per coloro che ancora devono lottare duramente per raggiungere la tanto agognata parità sessuale.

Gabriela Mistral nasce nel 1889 a Vicuña, magico paesino nel cuore delle Ande. Il cielo stellato più nitido del mondo, l’umile ricchezza del lavoro agricolo sono basi solide che nutrono il suo carattere forte e fantasioso. Gabriela mostra grandi doti organizzative, ed è ben presto insegnante amatissima. Quando pubblica la prima raccolta di poesie, è provveditore agli studi. Nel giro di un ventennio, si afferma come l’autorità culturale più amata e rispettata del suo paese. Console in Francia, negli Stati Uniti e in Italia, vive qualche anno a Napoli e Rapallo. Nel 1945 il re di Svezia le conferisce il
Premio Nobel. Crea una fondazione, tuttora attiva, per accogliere e educare gli orfani. Quando muore, nel 1957, non solo il Cile, ma il mondo intero saluta con grande rispetto la sua scomparsa.

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