Nella prima puntata si parlerà di Kurumuny edizioni con l’editore Giovanni Chiriatti. Essenza di luoghi e personaggi. Oracolo di vicissitudini e passioni umane. Kurumuny è un termine che in grico descrive il germoglio dell’albero d’ulivo. Kurumuny si propone di conservare e trasmettere i suoi “saperi” anche attraverso una raccolta scritta che, nel dicembre 2001, nasce con l’omonimo titolo e con il seguente sottotitolo: “rivista di umanità varia”. Le finalità del lavoro editoriale consistono nel dare voce e volto a chi non ne aveva mai avuti (poeti contadini, cantori, artisti vari, giovani), e nell’accettare anche i preziosi interventi dei primi autorevoli antropologi e ricercatori del meridione, come Ernesto de Martino ed Annabella Rossi, nonché delle riflessioni e degli scritti di importanti autori partiti dal Salento come Antonio L. Verri, Carmelo Bene, Aldo De Jaco. È all’insegna di questa ricerca, della riscoperta e di un lavoro fortemente motivato e appassionato, che nel gennaio 2004 si materializza l’attività, configurandosi come la naturale continuazione di un dibattito e di un fermento culturale avviato dal 2001 con la rivista omonima. È nell’incontro, nello scambio, nella sintesi di nuove e diverse modalità comunicative e espressive che Kurumuny Edizioni pone le basi per il suo essere e divenire; nell’alchimia tra la riaffermazione delle radici e l’evoluzione delle conoscenze che trova la sua ragione, è per la necessità di una più larga diffusione della cultura in tutte le sue forme e al di sopra di ogni restrizione, che aderisce senza riserve alla filosofia open source del copyleft, sostenendo l’ideologia della condivisione intellettuale attraverso la divulgazione telematica delle opere e favorendo, con ogni mezzo, il libero processo di circolazione delle idee.
Lettura: Viaggio nel Salento di Maria Brandon Albini a cura di Sergio Torsello
Maria Brandon Albini, una delle protagoniste di maggior rilievo della letteratura meridionalista del secondo dopoguerra, ci racconta il suo “Viaggio” nel Salento con una scrittura dall’andamento leggero e brioso, tanto che si ha quasi l’impressione di leggere degli appunti, delle notazioni di viaggio prese giorno per giorno.
L’autrice s’immerge in un universo composito dove convivono antiche credenze e istanze della contemporaneità, dove le leggende s’incrociano con storie di santi e il mondo magico e rituale della cultura contadina non è in contraddizione con il sindacalismo e le leggi di difesa operaia.
L’Albini si sofferma sulla condizione delle donne nel Sud, registra il persistere di tradizioni popolari che sopravvivono agli assalti della modernità, la pratica della lamentazione funebre, la lingua grika e il tarantismo, pagine queste ultime di estremo interesse da un punto di vista della documentazione storica: scopriamo infatti che un anno prima del suo viaggio in Salento, era stata proprio l’Albini a inviare nell’Italia del sud un amico francese, il fotografo Andrè Martin. Come è noto, saranno proprio le foto di Martin a spingere Ernesto de Martino a occuparsi del tarantismo salentino. In questa realtà variegata e complessa l’autrice si lascia orientare da guide sapienti, giovani studiosi, intellettuali e non solo: la sua, quindi, non è una conoscenza libresca, ma è un approccio critico che tiene conto delle situazioni e dei problemi reali. Questo breve resoconto di viaggio redatto con uno stile a metà strada tra reportage e cronaca, storia e antropologia, politica e religione è l’istantanea preziosa di un mondo colto alle soglie del grande mutamento e l’Albini sembra chiedersi se il rinnovamento della società demolirà o meno la cultura tradizionale imperniata sul dialetto e sul folclore.
La prima puntata qui
http://www.youtube.com/watch?v=Uc8gx0nv7yc
e qui
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