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mercoledì 6 ottobre 2010

I sette fuochi del tempio di Daniel Levin (Nord editrice). Traduzione di Velia Februari












Jonathan Marcus, è un avvocato rampante che si occupa di commercio internazionale di opere d’arte. Viene chiamato a Roma per confermare la bontà di alcuni reperti archeologici. In realtà la “puntata” nella capitale italiana si trasforma in una corsa disperata contro il tempo per trovare una reliquia divorata dai secoli e da una fitta serie di misteri… Intanto a Gerusalemme due uomini si avventurano sotto il Monte del Tempio … e la storia prende il via in una splendida sequenza di colpi di scena mozzafiato e di contenuti di altissimo livello culturale. Di certo non c’è bisogno di un Daniel Levin che scrive “I sette fuochi del tempio” per i tipi di Nord edizioni per dimostrare che i contenuti di un certo spessore possono amalgamarsi bene con la letteratura, quella da buon gustai, quella ad alto potenziale di immaginazione. Se non si ha la memoria corta, basta fare un solo nome come autore che negli anni 80 ha trovato l’alchimia giusta, perfetta per creare un prodotto editoriale di questo tipo: Umberto Eco e il suo “ Il nome della Rosa”. Il resto - come direbbe Franco Califano - è noia. Forse, ma non per questo titolo, che ho apprezzato in un momento in cui molte letture sono state lasciate perché veramente insoddisfacenti. A mio avviso si tratta di un’opera difficilmente catalogabile come un semplice thriller di matrice storico/archeologica dal momento che vi sono moduli scritturali che attingono all’universo della storia delle religioni, e alla letteratura mistico/esoterica. Il protagonista Jonathan Marcus ha un trascorso di studi all’American Accademy di Roma. La sua tesi lancia un’ipotesi sconvolgente secondo la quale lo storico latino Flavio Giuseppe non si vendette a Tito, l’imperatore romano distruttore di Gerusalemme, per avere salva la pelle. Anzi potrebbe darsi che per la sua vicinanza all’imperatore, fosse accanto agli ebrei molto più di quanto si sia potuto immaginare. Il libro porta avanti questa tesi per tutte le sue 400 e passa pagine e presenta una serie di ciliegine sulla torta come l’ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali), una sovrintendenza ombra che studia enigmi e simboli di Roma, e un fanatico terrorista islmanico Salah – al- Din che vuole eliminare dalla faccia della terra le prove dell’ebraicità del regno d’Israele. Libro che rivela la forte erudizione del suo autore, che affascina e conquista già dalle prime pagine.


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