
"I Romance, nel senso tradizionale del termine, sono romanzi in cui i protagonisti, personaggi perfetti e infallibili, sono inseriti in una cornice ideale. Sono storie in cui, ad esempio, la pioggia cade sulle finestre ma non inzacchera i vestiti, nessuno ha fame o ha bisogno di andare in bagno e l’happy ending è obbligatorio.
Mai come in questo caso il nome della collana in cui è stato inserito questo libro, Romance appunto, è fuorviante: non c’è personaggio più fragile e indifeso della bambina protagonista di questo romanzo. Willow ha cinque anni e sin dalla nascita le è stata diagnosticata una malattia rara e inguaribile, la OI, osteogenesi imperfetta. Si tratta di una mutazione genetica per cui il tessuto osseo del malato tarda a rigenerarsi e diventa fragile come il vetro. Basta un piccolo movimento inconsulto, anche uno starnuto, per provocare una frattura ossea. I bambini affetti da questa malattia hanno una struttura scheletrica deformata e sottosviluppata, al massimo in età adulta riescono a raggiungere il metro d’altezza, i loro movimenti sono lenti e condizionati dalla scarsa resistenza muscolare.
Willow, “salice” in inglese, come un albero che si piega ma non si spezza mai, a cinque anni ha già avuto cinquantadue fratture, di cui quattro nell’utero materno e altre tre, gravissime, alla nascita. Quando i medici si resero conto della gravità della situazione, la gestazione era arrivata alla ventisettesima settimana, troppo tardi perché i genitori potessero prendere qualunque tipo di decisione. E comunque Charlotte e Sean non avrebbero mai rinunciato a quella creatura. Quando si erano conosciuti Charlotte, una cuoca pasticciera, aveva già avuto una bambina, Amelia, da un precedente compagno, un giovane tossicomane sparito durante la gravidanza. Sean era un poliziotto robusto e affidabile, che aveva amato Charlotte dal primo momento e accolto sua figlia come un padre. Mettere al mondo una bambina tutta loro era stato un sogno, scoprire che la loro vita sarebbe improvvisamente cambiata era stato un brusco risveglio, che solo in parte aveva intaccato l’idillio della loro storia d’amore. Le notti passate a curare quella bambina, l’ovatta in cui materialmente era stata riposta per molti mesi, e poi le cure infinite dopo ogni frattura, quell’inconfondibile rumore, crack, che irrompeva nella mente di Charlotte spezzandole il fiato ogni volta che la bimba si sporgeva sul tavolo o scivolava su un tovagliolo di carta, avevano riempito la loro vita di angoscia. Ma Willow è una bambina speciale, e come tutti i bambini affetti dalla OI ha un’intelligenza, una curiosità e una vitalità fuori dal comune. No, Charlotte e Sean non avrebbero voluto una figlia diversa da Willow. Eppure a volte il dubbio irrompeva nelle loro menti… “Se avessero saputo prima cosa sarebbe successo?”, “Se la colpa non fosse stata loro ma dei medici che non avevano osservato con attenzione l’ecografia?”, “Perché dovevano pagare loro, con le sofferenze e gli sforzi quotidiani, ma anche con un enorme dispendio economico, per l’errore di qualcun altro? ”.
Il dubbio scava una voragine. Gli avvocati ai quali Charlotte decide di rivolgersi dopo una pessima disavventura a Disneyland sono chiari: il danno da nascita sbagliata già altre volte nel loro paese era stato risarcito con cifre esorbitanti. Purché venisse dimostrata l’imperizia del medico, le assicurazioni avrebbero offerto il giusto ristoro alle loro sofferenze. Ma per fare questo, Charlotte avrebbe dovuto denunciare la sua ginecologa, Piper, che è anche la sua migliore amica, e rischiare di essere giudicata da tutti come una mamma arrivista, pronta a speculare sulla malattia di sua figlia.
Provare a spiegare le ragioni profonde di questa madre e descrivere questo estremo atto come un gesto d’amore è l’intento di questo romanzo, ricco di emozioni ma anche di un’estrema indicibile sofferenza. Jodi Picault ci prova, mettendo in campo tutta la sua abilità narrativa e la sua sensibilità, regalandoci un “Legal & Medical” thriller che smuoverà molte coscienze.
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