La trama - Emilio de' Rossignoli - intellettuale che non perse mai di vista l'importanza della radice popolare della cultura - è il brillante cicerone di un viaggio suggestivo dove sfilano vampiri, lemuri, incubi, succubi, golem, mummie, licantropi, zombie, fantasmi, e dove storia, mito e cronaca si intrecciano in un raffinato montaggio di argomenti e interpretazioni. Una storia organica del vampirismo dalle origini ai nostri giorni, dal trascinante furore enciclopedico. La prosa limpida e lo stile sapientemente ironico conferiscono al testo una solida tenuta narrativa così che, pur trattandosi di un saggio, Io credo nei vampiri si legge come un romanzo, e proprio le pagine che sembrerebbero datate sono tra le più interessanti per i corsi e ricorsi di cui la storia del costume nostrano sembra essere popolato (le mode, le tendenze, le partigianerie, i collettivi incuriosimenti).
Il libro
Pubblicata dall'editore Luciano Ferriani per la prima volta nel 1961 e da allora mai più ristampata, Io credo nei vampiri è un'opera eccezionale che è stata e resta tuttora tra i primi e rari contributi non accademici sul vampirismo, dove competenza e intrattenimento si accordano felicemente. L'idea del libro maturò Fu sulla scia dell'enorme successo mondiale della pellicola Dracula di Terence Fisher (Horror of Dracula, 1958) - qualcosa di molto simile a quanto sta accadendo ora con il romanzo Twilight di Stephanie Meyer e con l'omonimo film che ha recentemente sbancato i botteghini di mezzo mondo - che 'de Rossignoli maturò l'idea di scrivere Io credo nei vampiri.
Nel suo saggio, l'autore si mette letteralmente al servizio di un tema che, nelle sue mani, diventa straordinariamente fertile, e scandaglia tutto lo scandagliabile attorno ai vampiri, che vengono analizzati da un punto di vista cinematografico, letterario, musicale, pittorico, religioso, mitologico, politico, scientifico, biologico, botanico, giurisprudenziale e di costume attraverso un avido e ricercato saccheggio di aneddoti, dicerie, leggende, credenze, folclori locali, visioni, formule e maledizioni arcane, cronache, trattati, rapporti ufficiali, testimonianze, antichi dizionari, e libri e giornali. Oltre a offrire un'occasione di conoscenza eccezionale e dai risvolti inattesi, de' Rossignoli mette i lettori davanti alla loro disponibilità a credere, a fidarsi, sfuggendo qualunque paura nei confronti del vampiro, una figura avvolta da pregiudizi solo in quanto diversa.
Autorevolmente e piacevolmente persuasivo, Io credo nei vampiri è un libro che dà molte risposte sul senso del terrore nell'arte e nella vita.
L'autore
Nobile di origine dalmata, Emilio de' Rossignoli nacque a Lussino in provincia di Pola, nel 1920. Dopo gli studi compiuti a Trieste e a Genova, si dedicò al giornalismo, specializzandosi nel campo dello spettacolo. Figura poliedrica di vastissima cultura, spaziò con disinvoltura dalla critica cinematografica e televisiva ai reportage di costume fino alla cronaca nera. Oltre a scrivere su quotidiani generalisti, de' Rossignoli fu un firma di spicco di periodici di settore come "Festival", "Novellefilm" e "Hollywood", collaborò anche per il cinegiornale di attualità "La Settimana Incom" e per il rotocalco "Settimo Giorno", e partecipò alla breve avventura della storica rivista di Gino Sansoni, "Horror" - a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta - dove teneva un'erudita e divertente rubrica intitolata 'Orizzonti del fantastico'. All'insegna della versatilità fu anche il rapporto che de' Rossignoli ebbe con la letteratura: egli, infatti, si cimentò con la saggistica, il romanzo rosa, il poliziesco e la fiction avveniristica. Oltre a Io credo nei vampiri - certamente la sua opera più importante -, ricordiamo i romanzi: H come Milano (1965), Lager dolce Lager (1977), Concerto per una bambola (1981), Strega della moda (1981) e La donna di ghiaccio (1982). De' Rossignoli è morto nel 1985, a Milano.
Dal Io credo nei vampiri:
Come ogni argomento trattato senza preparazione, a dritta e a rovescia, per soli fini commerciali, anche il vampirismo ha raggiunto la sua inflazione nel 1960. Se ne parlava un po' ovunque, sui giornali e nei salotti, con la frivolezza elegante e scarsamente informata che contraddistingue la nostra stampa di divulgazione e i nostri gruppi di cultura. Persino certe riviste specializzate non hanno saputo resistere all'attrazione dell'argomento [...] Questo modo, chiamiamolo "allegro", di trattare l'argomento ci sembra indicativo per documentare l'inflazione vampirica. Leggerezza, superficialità, inesattezza, tono di superiorità, distacco sarcastico, incredulità aprioristica compongono tutto quanto si è scritto e detto - molto, troppo - sui vampiri durante la "moda" 1958-1960.
Dall'introduzione di Angelica Tintori:
La scelta di riproporre il libro di de' Rossignoli è determinata dalla volontà di far ripercorrere ai lettori le pagine di un testo-chiave per diverse generazioni di appassionati, capace ancora oggi di palesare vivo interesse, competenza, rispetto e profondità di analisi riguardo a un tema davvero poco frequentato dalla critica letteraria e di costume, almeno nel nostro paese.
Da In viaggio con Emilio di Danilo Arona:
Sul fare del quattordicesimo anno di età, i ragazzini attaccano a imitare gli adulti [...] Noi giocavamo [...] a poker. E, siccome soldi da mettere sul tavolo non esistevano, ci giocavamo i beni più o meno preziosi. Fu così che vinsi, con una scala reale di picche, la mia copia di Io credo nei vampiri [...] Emilio de' Rossignoli. Chi era costui? Un grande di sicuro. Sapeva tutto e di più sul magico e terrificante mondo dei vampiri. E scriveva non da adulto snob, ma da adulto saggio, perfettamente in grado di farsi comprendere da un ragazzino. E ancora - il dato più importante, perlomeno per me - Emilio ci credeva. [...] Al punto che [...] ritenni di non nutrire alcun dubbio al proposito: i vampiri esistevano. Gli argomenti di Emilio non ammettevano contestazioni.
Da Bruciare le stoppie di Loredana Lipperini:
Manca, in Italia, la consapevolezza della potenza letteraria dell'horror. Quella che potrebbe avere, e quella che ha avuto. È esistito, nel Novecento, un gotico italiano che sembra essere passato senza lasciare traccia: quello di Tommaso Landolfi, di Dino Buzzati, dello stesso Italo Calvino. L'horror italiano, oggi, è - salvo [.] eccezioni - quello di un piccolo gruppo che si trincera dietro l'incomprensione altrui, e che vivacchia senza guardarsi attorno.
Gargoyle Books presenta, Io credo nei vampiri di Emilio de' Rossignoli
Con un'introduzione di Angelica Tintori
Interventi di Danilo Arona e Loredana Lipperini
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The Eternal Allure of the Vampire: From Dracula to Nosferatu and Beyond
RispondiEliminaIn the vast tapestry of horror, no figure is as captivating or as enduring as the vampire. This enigmatic creature, with its dark allure and timeless appeal, has transcended centuries, cultures, and media, continuously evolving yet remaining ever present. From the legendary Count Dracula to the shadowy Nosferatu, and their countless modern adaptations in movies and comics, vampires have etched an indelible mark on our collective consciousness. But what is it about these nocturnal beings that has ensured their place in the annals of horror and popular culture?
The Origin of the Vampire Myth:
The vampire mythos is ancient, with roots that stretch back to folklore in Europe, particularly in the Balkans and Eastern Europe. Early vampire legends often depicted them as grotesque and malevolent spirits, creatures that fed on the blood of the living to sustain their own wretched existence. These early tales were more about fear of the unknown and the afterlife than the romanticized versions we know today.
Bram Stoker’s ‘Dracula’: The Birth of a Modern Icon
The vampire myth took a definitive form in 1897 with the publication of Bram Stoker's Dracula. This novel introduced the world to Count Dracula, a sophisticated yet terrifying figure who embodied both the fear and fascination associated with the undead. Stoker’s Dracula was not just a monster; he was a being of complex desires, capable of seduction, and driven by an insatiable thirst for power and blood.
Dracula’s legacy in literature is profound. He is the archetype of the vampire, the standard against which all other vampires are measured. His character has inspired countless adaptations, making him a central figure in the horror genre and a symbol of the dangers lurking in the dark.
Nosferatu: The Shadow of the Night
In 1922, Nosferatu, an unauthorized adaptation of Stoker’s Dracula, introduced audiences to a new vision of the vampire. Directed by F.W. Murnau, Nosferatu remains one of the most iconic silent films in history, largely due to Max Schreck’s haunting portrayal of Count Orlok. Unlike the suave and sophisticated Dracula, Orlok is a grotesque, rat-like figure, embodying a more primal and disturbing vision of the vampire.
Nosferatu was a landmark in cinematic history, pioneering techniques in horror that would influence generations of filmmakers. The film’s use of shadow, light, and the unsettling physicality of its vampire set a new standard for the genre, and its influence can still be seen in modern horror cinema.
Vampires in Modern Cinema: Evolution and Reinvention
As cinema evolved, so too did the vampire. From the Gothic elegance of Universal Studios' Dracula (1931) starring Bela Lugosi, to the Hammer Horror films of the 1950s and 60s with Christopher Lee’s menacing portrayal of the Count, vampires became a staple of horror, each era offering its own interpretation.
In the late 20th and early 21st centuries, vampires experienced a significant transformation. Films like The Lost Boys (1987), Interview with the Vampire (1994), and Blade (1998) began to portray vampires as antiheroes, complex beings with their own moral codes. This shift was further popularized by television series like Buffy the Vampire Slayer and True Blood, where vampires were depicted as integrated (though often marginalized) members of society, grappling with human emotions and desires.
The Twilight saga, while controversial among purists, brought vampires to a new generation, emphasizing romance and the supernatural in a way that resonated with millions of fans worldwide. Meanwhile, films like Let the Right One In (2008) and Only Lovers Left Alive (2013) explored the loneliness and existential dread of eternal life, adding new dimensions to the vampire mythos.