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mercoledì 29 luglio 2009

Il libro del giorno: Una buona scuola di Richard Yates (Minimum Fax )

In un’America alle soglie della seconda guerra mondiale, un romanzo crepuscolare sull’amore, la giovinezza, la crescita. Un collegio maschile del New England è il teatro delle avventure di William Grove – alter ego dell’autore – che cerca un riscatto dai soprusi dei coetanei affermandosi come reporter del giornalino scolastico; di Jack Draper, professore alcolizzato alle prese con i ripetuti tradimenti della moglie; e di Edith Stone, la figlia del preside, che si innamora del ragazzo più popolare della scuola. Le vite degli studenti e degli insegnanti si intrecciano in una tela imprevedibile, le cui maglie s’infittiscono via via che si avvicina l’ombra della chiamata alle armi.
Originariamente pubblicato nel 1978, Una buona scuola mostra uno Yates che nel confronto con i temi dell’adolescenza trova la sua voce più nostalgica e, forse, più vera.

Luca Mastrantonio - Il Riformista

"Il romanzo dello scrittore americano, pubblicato dalla Minimumfax, è
l'autobiografico viaggio di una generazione a stelle e strisce."

casa editrice Minimum Fax: http://www.minimumfax.com
/home.asp


Una buona scuola di Richard Yates, Minimum Fax, prefazione di Zadie Smith, traduzione di Andreina Lombardi Bom

1 commento:

  1. Vi segnalo una frase dal libro "Una buona scuola", tratta da un sito che offre ogni giorno una "goccia" da un'opera.

    www.alexcafe.it

    "Così si radunarono tutti intorno alla signora, seduti perlopiù sul tappeto – bravi ragazzi, ragazzi educati, ragazzi i cui padri avevano pagato fin troppo per mandarli a una strana scuoletta che nessuno aveva mai sentito nominare, che avevano saputo solo da un mese che la loro scuola era fallita...ma che nel complesso, beati loro, con tutta probabilità se ne fregavano altamente.
    "Venite qui vicino, ragazzi”, disse la signora Hooper... “Ho sempre desiderato essere un maschio, sapete...Perché gli uomini fanno le cose in questo mondo, capite. Gli uomini governano il mondo. E così, non poco dopo la morte del mio defunto marito, ho fatto un sogno. Ho sognato una scuola maschile che fosse proprio il genere di scuola alla quale sarei voluta andare io se fossi stata un maschio. Mi capite? Bè, adesso purtroppo è tutto finito, no?...Tutti i miei anni di lavoro e di progetti, tutta la mia dedizione. Tutto finito...”

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