E’ l’etichetta del noir per eccellenza, da quando, nel 1998, Marco Vicentini concretizzò l’idea di dedicare una realtà di produzione ad uno stile fino ad allora recluso in una nicchia, e considerato addirittura uno strato minore del più popolare genere giallo. Più di 150 titoli in dieci anni di attività significano un’energia incessante, una vitalità inesauribile, ma soprattutto una convinzione ostinata nell’opportunità di esplorare in modo aguzzino le mille e più declinazioni del romanzo nero. Con il risultato notevole di offrire al lettore, intenditore come novello, un terreno di pregio a cui rivolgere uno sguardo attento e bisognoso di narrativa “critica”. Abbiamo posto qualche domanda all’editore, per conoscere meglio questa realtà di culto.
Partiamo dal presente. L’ultima uscita in libreria è Ti vivrò accanto di Massimo Del Papa, un groviglio folle composto ad arte, interamente dedicato alla figura di Renato Zero. Qual è il filo logico che lega la storia di un artista “fluttuante” come Zero alle vostre raffinatezze narrative?
Il filo logico e’ proprio quello della presenza di una nuova collana che getta uno sguardo sul mondo musicale. Uno sguardo – noi speriamo – che offra gli stessi spunti di interesse e ricercatezza che i lettori ci creditano nella narrativa.
Il libro, peraltro, è parte della collana Mappe musicali, in cui avete già pubblicato Il cavaliere elettrico di Matteo Strukul, un viaggio in forma di intervista sul percorso artistico e personale del cantautore Massimo Bubola. Perché questa necessità di raccogliere delle biografie a carattere musicale? E soprattutto, in che cosa si differenziano, le vostre, da quelle “classiche”?
In realtà la linea della collana non è quella delle biografie. Noi cerchiamo di offrire sguardi differenti e di esplorare diverse maniere di raccontare la musica o i suoi personaggi. Alla scoperta di Bubola tramite le sue parole -Strukul fa parlare l’artista- si unisce un libro di critica musicale -Del Papa analizza tutte le canzoni di Renato Zero- e a tutto questo seguirà un affascinante dizionario sul blues a cura di Fabrizio Poggi, dove ogni voce è narrata quasi come un racconto. Come vedete, già i primi tre libri si differenziano alquanto…
Il nome di punta del vostro catalogo è senza dubbio quello di Derek Raymond, autore di ben otto titoli da voi tradotti e proposti, e scrittore strenuamente contrario a qualunque senso borghese della vita. La sua esistenza vorticosa e la sua penna eversiva esprimono appieno la vostra linea editoriale…
Raymond è solo una delle tante facce della nostra linea editoriale. Lo sguardo disincantato e satirico di Christopher Brookmyre sulla vita e convenzioni moderne, il fatalismo pessimista velato di un romanticismo d’antan di Hugues Pagan, lo spirito dissacrante verso le convenzioni del noir di Victor Gischler ad esempio, sono alcune delle altre facce.
La fedeltà a questa linea, al sentimento che la sussume, si scontra mai con l’attuale momento storico-sociale-culturale che l’Italia sta attraversando? E se si, qual è la risorsa principale per resistere?
La fedeltà a questa linea si scontra non tanto con il momento storico-sociale-culturale, quanto con il momento economico che l’Italia sta attraversando: è diminuita la disponibilità finanziaria dell’italiano medio, per cui le scelte culturali che cerchino di non dare la priorità alle istanze commerciali sono messe a dura prova. Quanto alle risorse per resistere, stiamo vivendo qualcosa che nasce dalle scelte di una democrazia che abbiamo lottato per instaurare e che dovremmo lottare per difendere. Qualunque brandello di informazione che propaghiamo o discussione che intavoliamo ci rende parte del processo di modificazione del momento storico che stiamo vivendo.
A proposito della scena italiana, il vostro impegno volge da tempo in direzione di narratori nostrani come Salvio Formisano, Angelo Petrella e Luigi Carrino, che nelle loro opere prime – rispettivamente L’accordatore di destini, Cane rabbioso e Acqua Storta – hanno scelto Napoli come sfondo casuale e hanno narrato, in maniera differente, la grettezza del male che anima le nostre città. Può il noir offrire chiavi di lettura per le corruzioni contemporanee, tanto per quelle private quanto per quelle più collettive?
Il noir da sempre -Chandler insegna- è un modo per raccontare la società contemporanea e affrontarne i problemi. E’ forse per questo che una città piena di problemi e pulsioni sociali come Napoli è così ricca di suggestioni noir. E quello che mi dispiace è che altre regioni sembrino più sonnacchiose e non abbiano ancora trovato la voce adatta che le racconti con il noir.
Per curare, invece, le traiettorie più internazionali, avete pensato e realizzato una collana per nulla standardizzata e piuttosto eccentrica come Primo parallelo, che sposta l’attenzione dal romanzo prettamente nero a quello sociale. Ci raccontate il senso di questa proposta?
Il senso è lo stesso della collana Meridiano nero, cioè quello di presentare romanzi che raccontino l’oggi tramite storie avvincenti, raccontate in maniera intelligente. Una cosa che prescinde dalla scelta di romanzi noir. E infatti le mie scelte avvengono sui libri, indifferentemente dalla collana. Talvolta, dopo aver scelto un libro, mi trovo a pormi il problema di quale sia la collana più adatta. Ma la collana Primo parallelo mi consente anche di affrontare scommesse culturali come pubblicare L’acrostico più lungo del mondo di Mazzitelli, una vera e propria sfida al lettore, o la divertentissima satira dell’Italia di questi anni, Actarus di Claudio Morici.
Terminiamo con uno sguardo a quel che sarà. I progetti di Meridiano Zero per i mesi imminenti…
Il progetto principale è “lanciare” un nuovo grande autore italiano, e ottenere per lui quella visibilità nazionale che solitamente è prerogativa delle grosse case editrici. L’autore su cui vogliamo puntare e’ Luigi Romolo Carrino. Ha esordito con Acqua Storta l’anno scorso, e abbiamo venduto 15000 copie con 8 ristampe. Abbiamo pubblicato l’edizione speciale di Acqua Storta con il CD del recital La versione dell’acqua e a settembre uscirà il fumetto. Infine a fine anno uscirà l’atteso nuovo volume di Carrino Amore di donna. Su di lui sono disposto a giocarmi la credibilità di dodici anni di vita della Meridiano zero e dire a ogni lettore: “Leggilo. Ti garantisco che non resterai deluso.”
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