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venerdì 29 febbraio 2008
Da ArpaNet la nascita della Bellezza di Maria Grazia Mezzadri Cofano
La nascita della bellezza. Da Bruegel a Basquiat: ritratti da un mondo segreto, di Maria Grazia Mezzadri Cofano, ArpaNet (Milano, 2007), pag. 192, euro 12.00.
Come entrare in un’opera d’arte direttamente da un pezzo dell’artista. La nascita della bellezza raccoglie una serie di racconti ispirata da alcune delle opere di grandi maestri d’arte. Picasso, Munch, Mirò, Basquiat e altri geni fanno parlare questo volume calamitoso. L’autrice Cofano parte da una litografia, quindi, oppure da un colpo di pennello, e si mette a fare un racconto breve che sa muovere l’interesse del lettore. E, puntualmente, le invenzioni tengono attaccato questo strano pubblico al pittore di cui si parla, o che parla. Nelle tele oppure sotto di esse, appunto, non solamente vive la vita di colui o colei che ha creato; ma vive la vita di un evento, di un evento particolare – anzi – quando non (semplicemente) di un momento particolare. Per esempio, come quel grande Chagall che viene ripreso mentre si concede a un giovane giornalista suo stesso grande ammiratore, al quale il pittore russo spiega l’origine della sua pittura e il contenuto della sua maestosa voglia di fare arte. Tanto per dire, Chagall farà sapere dunque della sua terra antica e della sua appartenenza all’ebraismo, dove pure ci stavano come ci saranno sicuramente anche oggi tanti racconti orali passati di padre in figlio. Storie, storielle, vicende piccole e/o grandi, missive e narrazioni altre di diverso genere. Tutte ovviamente a servizio della creatura messa in apertura dello scritto. Bambina malata di Edvard Munch, una delle opere, ispira solamente per ricordare un bel momento: il fregio della vita. E’ il brano tratto dalla voce di una donna: “Era bellissimo. Ero attratta da lui e forse dalle sue diversità. È probabile. Lui mi voleva accanto, come non aveva mai fatto prima con nessuna donna. Sentivo che mi esibiva. A Parigi, in Italia, negli ambienti norvegesi. Mi compiacevo anch’io di essere esibita, accanto a lui. Mi lusingava quando mi dipingeva: i capelli rossi, gli occhi grandi, le braccia lunghe, i seni pieni. Sono stata madonna e prostituta. Era eccitante, molto eccitante rivedermi sulla tela. Ma non ho potuto reggere a lungo. Dirsi addio e ritrovarsi, in un alternarsi fatale, senza un senso, senza un principio e una fine, come se fosse ineluttabile: è durato per qualche anno. Stavo organizzando il nostro matrimonio, quando scappò.
Ritornò e io mi feci di nuovo catturare”. Un episodio, ma che dice tantissimo.
Fra quelle da leggere e possibilmente rileggere, le righe che sanno di Basquiat e quelle che danno del Caravaggio.
NUNZIO FESTA
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