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lunedì 24 dicembre 2007

La navigazione del Po di Andrea Di Consoli

L'ultimo lavoro poetico di Andrea Di Consoli dal titolo "La navigazione del Po" per i tipi di nino aragno editore, con postfazione di Federico Francucci, è un'opera veramente densa di contenuti e molto, molto interessante. La prima cosa che salta subito agli occhi, dopo averne terminato la lettura, è che Di Consoli informa della sua abilità di narratore, il percorso di ricerca poetico che da tempo ormai porta avanti con forza. Chi è abituato a una certa tipologia di ricerca stilistica e semantica nell'ambito del mondo dei versi, penso a certa poesia di sanguinetiana memoria, ma perchè no anche alla grande poetessa Marina Pizzi che gioca e crea con le parole e i suoni splendidi componimenti, potrà trovarsi come disorientato, non tanto perchè sia esiguo o incerto il versificare di questo poeta, ma perchè la profondità dei contenuti è di rara autenticità, perchè non prende in giro i suoi lettori, perchè la poesia di Di Consoli, è vera, le sue cicatrici sono reali, i suoi malumori nascono da un abisso di chi nulla ha lasciato alla finzione, le sue gioie non sono goffi voli, ma prese di ossigeno a pieni polmoni, come quando per anni il proprio orizzonte interiore sia pieno di nuvole grigie e poi all'improvviso uno spicchio di sole, ti lascia sperare che nulla ancora è perduto. Sembra che la "Navigazione del Po" sia una sorta di pesante ancora che cerca di legare alla realtà, quella nuda e cruda, la leggerezza e bellezza lirica del nostro, tanto che come effetto collaterale produce una sorta di paranoia di controllo totale verso le ansie, le paure e i sensi di colpa, e il dover essere in un certo modo, che nasce dall'attesa di un qualcosa all'orizzonte del futuro che per certo riserva sempre delle incognite, delle sorprese, mai controllabili, mai gestibili ... Popper non aveva poi sbagliato a dire che la vita è un continuo risolvere problemi... peccato che non abbia mai dato una maggiore sicurezza al nostro incedere. Opera lontana anni luce da "Discoteca" edito da Palomar qualche anno fa, l'ultima fatica di Di Consoli, è una condensazione di sistema del suo tracciato biografico, del suo odio/amore per il Sud (nel caso specifico S.U.D - senza una dimensione), della sua mania per l'elencazione di oggetti quotidiani, quelli della sua tradizione esistenziale, sicuro appiglio per non perdere la bussola.

Dalla sua raccolta:


Exit Sud

(Salutate il padre,
salutate la madre.
Andate via questa notte. Lasciate la terra chiamata Sud.
E non tornate,
non tornate quando muore il padre e la madre)




fonte iconografica

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/files/photos/uncategorized/2007/07/15/foto_andrea.jpg

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